Uno sguardo di favore e di ringraziamento verso Manzoni. Troppo spesso, scusate, è accusato di essere noioso. Permettetemi di dire: dipende anche da come lo proponiamo a scuola però, non è mica tutta colpa sua! Anzi.
E per l’appunto, riporto di seguito alcune parole di Manzoni, scritte nel suo celebre romanzo, I Promessi Sposi. Queste righe appartengono al noto passo Addio, monti, che l’autore immagina pensato da Lucia, mentre questa, insieme a Renzo e Agnese, lascia la terra natia per sfuggire alle grinfie di don Rodrigo. Chi avrebbe mai immaginato, dunque, di trovare delle parole che potessero risuonare così famigliari a noi, con una sfumatura e una attenzione rivolte al nostro stare nella natura; meglio forse abitare fra colli e foreste piuttosto che fra grigi palazzi e strade brulicanti di mezzi e di asfalto? Ci sono i pro e ci sono i contro.
Quel che è certo, e noto scientificamente oramai, è che vivere nella/della/per la Natura fa bene; e fa bene innanzitutto perché noi siamo naturali, ma spesso lo dimentichiamo e investiamo tempo e danaro per divenire artificiali. Dovremmo addirittura prendere le piante come un’ispirazione! E in fondo, questa fuga in città dalla campagna, che accompagna l’umanità da secoli e secoli, sta avendo ora il suo punto massimo … purtroppo. Motivi? A parte le rispettabili e giuste preferenze personali, dal punto di vista “esigenza sociale”, forse è per lavoro, soldi, carriera, avere cose … avere. E la nostra vita? Certo, chi va in città per trovare soldi e lavoro, può tornare in campagna ricco. Ma a quale prezzo compri la ricchezza?
Quanto è tristo il passo di chi, cresciuto tra voi [tra i monti], se ne allontana! Alla fantasia di quello stesso che se ne parte volontariamente, tratto dalla speranza di fare altrove fortuna, si disabbelliscono, in quel momento, i sogni della ricchezza; egli si maraviglia d’essersi potuto risolvere, e tornerebbe allora indietro, se non pensasse che, un giorno, tornerà dovizioso. Quanto più s’avanza nel piano, il suo occhio si ritira, disgustato e stanco, da quell’ampiezza uniforme; l’aria gli par gravosa e morta; s’inoltra mesto e disattento nelle città tumultuose; le case aggiunte a case, le strade che sboccano nelle strade, pare che gli levino il respiro; e davanti agli edifizi ammirati dallo straniero, pensa, con desiderio inquieto, al campicello del suo paese, alla casuccia a cui ha già messo gli occhi addosso, da gran tempo, e che comprerà, tornando ricco a’ suoi monti.
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