Otto mesi fa ci lasciava un grande fotografo e amico, Marcello Libra. Le sue foto rimangono testimonianza di capacità e professionalità, ma anche di grande amore per la natura. Siamo felici di riproporre i consigli su come ottenere il risultato della foto qui pubblicata. Consigli che diede in occasione della pubblicazione di un articolo dedicato alla civetta delle nevi su La Rivista della Natura 1/2012. In quell’occasione gli dedicammo anche la copertina.
Fotografare la civetta delle nevi è una grande emozione, ma anche una sfida estrema.
Le artiche temperature invernali sono rigidissime, a volte insopportabili, e spesso soffia un vento gelido e tagliente che condiziona il “wind chill”, la temperatura percepita: per esempio, a 0° C e con un vento che soffia a 50 km/h, la temperatura percepita è di -10° C.
Mentre lavoravo il termometro segnava -33° C, ma la temperatura percepita era di -45° C. In queste condizioni, le parti esposte subiscono un elevato rischio di congelamento in pochi minuti; quindi, è fondamentale avere un passamontagna per coprire il viso e avere testa, mani e piedi caldissimi perché da queste estremità viene disperso più calore.
Importante avere sempre in tasca “bustine scaldamani”, indispensabili anche per tenere in caldo le batterie di ricambio della macchina fotografica, che a queste temperature subiscono cali di tensione molto rapidi e repentini. Lavorare in queste condizioni richiede una grande preparazione mentale e una capacità di sopportazione del dolore fisico. Credo, comunque, che per immagini come questa che ritraggono una meravigliosa civetta delle nevi (EF 300mm f2.8L USM + ex 1.4x 1/1000 sec. f/7,1 iso 800) valga la pena soffrire un pochino.
Marcello Libra, fotografo
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