di Annalisa Storari, biologa marina
La migrazione è il movimento stagionale degli animali da un luogo a un altro. Molte specie di balene migrano dalle aree di alimentazione alle aree di riproduzione. La rotta può cambiare a seconda delle specie, ma in generale migrano verso i poli in estate e verso le acque tropicali dell’equatore in inverno. La migrazione consente alle balene di sfruttare i mari freddi più produttivi e ricchi di cibo in estate, mentre quando la produttività diminuisce, si dirigono verso acque più calde per riprodursi.
Oltre a un vantaggio dal punto di vista della sopravvivenza, queste lunghe migrazioni sembrano anche favorire una naturale esfoliazione della pelle delle balene. In questo modo, la migrazione delle balene diventerebbe anche una sorta di “viaggio benessere”!
Purtroppo queste migrazioni sono messe sempre più a dura prova dall’incremento del traffico navale e dalla pesca illegale. Le balene, infatti sono sempre più vittime di pesca accidentale e di collisioni con le navi transoceaniche.
La riuscita delle migrazioni e la tutela di questi giganti marini è fondamentale anche per la nostra salute e la salute del nostro Pianeta. Hanno un ruolo chiave nella regolazione del clima, il che può sembrare strano, eppure una balena durante la sua vita assorbe in media 33 tonnellate di CO2, contro i 50 kg immagazzinati annualmente da un albero.
Quando il cetaceo muore e si inabissa, trascina con sé la CO2 assorbita fino in fondo all’oceano, dove rimarrà per secoli. Ma il vero segreto risiede nelle loro feci, ricche di azoto e ferro, utili a fertilizzare e favorire la crescita del fitoplancton, un insieme di alghe microscopiche.
Fortunatamente, i governi di vari Paesi si stanno muovendo con l’intenzione di proteggere questi cetacei fondamentali, creando dei corridoi migratori protetti in corrispondenza delle maggiori rotte migratorie, garantendo in questo modo il passaggio tranquillo degli animali.