Saper disegnare non è una prerogativa esclusiva della nostra specie. Alcuni animali, come scimmie ed elefanti, hanno imparato a farlo, nel momento in cui è stato fornito loro il materiale adatto e un training adeguato. Ma ora un team di etologi delle Università di Pisa, Amsterdam e, Kyoto e del NaturZoo di Rheine hanno osservato due maschi di gelada (Theropithecus gelada) sviluppare spontaneamente due differenti tecniche di manipolazione delle pietre che portano al rilascio del colore su superfici dure.
Bernd, un maschio sub-adulto, ha sviluppato una tecnica che consiste nello strofinare in modo ripetuto una pietra su una superficie orizzontale o verticale (etching and releasing technique).
La tecnica di Bako, il maschio dominante della colonia, appare invece più complessa. Dopo aver selezionato la pietra, il cui colore contrasta con quello della superficie su cui verrà utilizzata, la strofina in modo vigoroso producendo polvere e piccoli frammenti colorati. A questo punto afferra i piccoli frammenti tra pollice e indice (presa di precisione) e traccia dei segni sulla superficie (grind and finger technique).
Come spiega Elisabetta Palagi, dell’Ateneo pisano: «Non è possibile affermare con certezza che l’intenzione Bako e Bernd sia deliberatamente quella di colorare una superficie, ma i due esemplari scelgono quasi esclusivamente supporti su cui la pietra può lasciare il segno. Inoltre, quando sono impegnati in questa attività, che appare alquanto piacevole per loro, come una forma di gioco, mostrano entrambi una grande attenzione a quanto stanno facendo, non distogliendo quasi mai lo sguardo».
I risultati di questo studio, pubblicati sul Journal of Ethology in un articolo dal titolo “Stone handling in geladas (Theropithecus gelada): implications for spontaneous drawing‑like activity as a playful behavior”, suggeriscono come la creatività e l’innovazione, attività ritenute quasi esclusivamente umane, possano invece avere radici antiche nell’evoluzione del nostro comportamento.