La sequenza fotografica è stata realizzata in una piccola area umida ai margini delle valli di Comacchio, dove negli anni ’80, in zone limitrofe, le pittime reali hanno nidificato. In questo luogo, dall’interno di un piccolo capanno fotografico, nel corso degli anni ho potuto fotografare tante specie interessanti, da spatole e mignattai fino a sterne e limicoli.
La pittima reale è segnalata dai vari testi di ornitologia come “regolarmente presente durante le migrazioni tra marzo e aprile e tra luglio e settembre” e, quindi, in una giornata di metà giugno sono rimasto sorpreso nel vedere atterrare davanti a me un piccolo stormo composto da almeno una dozzina di questi eleganti trampolieri che, secondi i testi, in quel momento avrebbero dovuto trovarsi nei quartieri di nidificazione! Non solo, il giorno dopo le pittime erano ancora presenti nello stesso luogo. Forse una conferma che, a causa dei cambiamenti climatici, anche gli uccelli migratori stanno cambiando le loro abitudini.
Appena atterrate, le pittime si sono dedicate a varie operazioni di toeletta, si sono riposate un po’ e poi hanno iniziato ad alimentarsi attivamente e tranquillamente; tranne due esemplari che sembravano avere atteggiamenti ostili, fino a quando è scoppiata tra i due una vera e propria violenta zuffa, durata pochi secondi. Ma dopo qualche minuto sono riprese le ostilità, con uno dei due esemplari palesemente più forte e aggressivo, tanto da riuscire a sommergere il rivale che a fatica è poi riuscito a riemergere.
Non è facile dire il perché di questo violento scontro: tenderei comunque a escludere una schermaglia o una rivalità amorosa considerando che non siamo nei luoghi e nei tempi della riproduzione; o ancora, parafrasando “atteggiamenti umani”, un’intolleranza reciproca… Molto più verosimilmente, anche in considerazione delle osservazioni fatte al momento delle riprese fotografiche, ritengo si sia trattato di una sorta di disputa territoriale per il mantenimento di una posizione più favorevole al reperimento di cibo. Infatti l’attaccante, una volta sopraffatto il rivale, si è trattenuto per diverso tempo in un’area abbastanza ristretta a becchettare, la stessa da dove aveva scacciato il rivale! Ma questa è solamente un’ipotesi.
Come ho fatto questa foto
Il capanno fotografico fisso, secondo me, è il presupposto per le fotografie naturalistiche di migliore qualità, soprattutto per quanto riguarda l’avifauna. Gli animali nel tempo si abituano alla struttura (meglio se ben mimetizzata nella vegetazione) e anche per il fotografo le condizioni sono più “comode“, con il teleobiettivo ben posizionato sul treppiede. Naturalmente, nell’entrare nel nascondiglio dovrete evitare l’allontanamento degli uccelli presenti. Proprio un piccolo capanno mi ha dato modo di riprendere la sequenza delle pittime reali e tanti altri soggetti intenti nelle loro attività quotidiane.
Per quanto riguarda gli aspetti prettamente tecnici, le fotografie sono state scattate con una fotocamera APS-C e un teleobiettivo da 500 mm f/4.
Le impostazioni della fotocamera in casi come questo devono essere tali da produrre immagini nitide, evitando il mosso, anche se una leggera sfocatura delle ali potrà dare maggiore dinamicità alle immagini. Nel caso specifico la “fortuna”, considerata l’imprevedibilità dell’evento, è stata quella di avere la fotocamera impostata a 400 Iso (oramai una sensibilità normale per le fotocamere moderne), il tempo di scatto a 1/2000” e di conseguenza il diaframma a 7,1. E, infine, l’autofocus impostato in modalità continua mi ha dato modo di seguire gli spostamenti repentini dei soggetti.
Roberto Sauli, fotografo e autore,
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