di Sofia Bolognini
«Rispetto all’anno scorso, le iscrizioni alla scuola si sono decuplicate» racconta Marcella Danon, psicologa, giornalista e docente di Ecopsicologia, già intervistata dalla Rivista della Natura a proposito di questa nuova disciplina che nasce dall’incontro tra l’ecologia e la psicologia, e che vuole riconnettere l’Uomo alla Natura.
Un profilo di tutto rispetto
Marcella insegna all’Università della Valle D’Aosta, collabora con la Libera Università del Bosco assieme alla quale ha anche realizzato un itinerario di ecopsicologia e green mindfulness sul Monte di Brianza (LC), percorribile in autonomia o con una guida, e dirige la Scuola di Ecopsicologia fondata in Brianza nel 2004 che oggi, dopo vent’anni, registra un vero e proprio boom di iscrizioni.
Bisogno di natura
Segno che il bisogno di prossimità, relazione e dialogo con gli elementi naturali sta conoscendo un’impennata significativa, avvertita collettivamente e condivisa su più livelli da individui con sensibilità, competenze e curricula professionali anche estremamente distanti.
La natura è uno stato di coscienza
Un risveglio di coscienze a cui la pandemia deve aver contribuito, mettendo in luce la nostra interdipendenza biologica, psicologica e relazionale con gli ecosistemi di cui siamo profondamente e completamente parte. Nel corso di questi mesi abbiamo avuto l’opportunità di scoprire quanta natura c’è nelle nostre vite, perché “la natura è uno stato di coscienza” e l’emergenza ambientale, sanitaria e sociale derivano da una mancata consapevolezza rispetto al sistema di equilibri che regola le relazioni tra gli esseri viventi.
Attenzione e consapevolezza
«Dobbiamo ancora conquistarci il nostro altisonante nome di Homo Sapiens Sapiens – dice Marcella Danon – e smetterla con il paternalistico monito “salviamo la natura”: la natura si salva da sola, siamo noi che dobbiamo pensare a salvarci la pelle». E quindi, utilizzare il pensiero critico, assaporare le piccole cose, non dare per scontati i clamorosi lussi in cui viviamo, esercitare la paziente fiducia nelle piccole azioni quotidiane, nelle rivoluzioni personali che, solo in seconda battuta, fondano le grandi rivoluzioni collettive.
Ritorno alla saggezza popolare
In questa presa di coscienza l’ecopsicologia gioca un ruolo fondamentale, in primo luogo perché nel sottolineare l’importanza della natura per il benessere delle persone recupera e rivitalizza concetti che fino a poco tempo fa facevano parte della saggezza popolare. In secondo luogo perché affacciarci alla natura ci permette di capire come creare ecosistemi sociali funzionanti, intessendo relazioni ecologiche con il mondo, con gli altri e con noi stessi.
Infine, perché l’ecopsicologia educa a una diversa visione del mondo basata non più sull’antropocentrismo ma sull’ecocentrismo, sui concetti di cittadinanza ecologica, etica ambientale, sostenibilità pubblica.
Il Pianeta Io
«Quando ero bambina mio papà mi portava ad esplorare boschi, fiumi e mari; era un attento osservatore del mondo, passavamo ore a scrutare i dettagli, lo scorrere della vita all’interno di un formicaio, il nido di un picchio, i germogli di un tronco caduto – racconta Marcella –. Mia mamma, invece, era una filosofa, mi trasmetteva la passione per le visioni ampie, allargate, sistemiche. L’ecopsicologia unisce queste due dimensioni, perché il “Pianeta Io”, come mi piace definirlo, è abitato da diverse creature e vive inserito in un ecosistema di pianeti interconnessi».
La figura degli “Ecotuner”
Ecco perché oggi, nel 2020, esistono al mondo otto scuole di Ecopsicologia riconosciute dalla International Ecopsychology Society – IES che hanno l’obiettivo di formare gli “Ecotuner”, ovvero facilitatori della relazione con la natura: perché quello dell’ecopsicologia è un percorso che non si rivolge soltanto a psicologi, ma una nuova figura professionale a cui fa riferimento un registro internazionale, e traduce in pratica le conclusioni tratte dagli studi di psicologia ambientale con un approccio fortemente esperienziale ed empirico, funzionale sia per il miglioramento dello stile di vita di chi lo pratica come professionista, sia di chi lo frequenta come utente.
Appuntamento a fine gennaio
A tal proposito, il 24 gennaio 2021 (norme permettendo) si terrà una giornata di avvicinamento pratico a questa disciplina all’interno del percorso Natura Maestra di Vita della Libera Università del Bosco.
Il percorso di crescita personale diventa la costruzione di un racconto interiore e in questo senso l’ecopsicologia è il tentativo di costruire un racconto allargato, una narrazione collettiva che comprenda gli esseri umani, gli animali, le piante e i batteri: un tentativo moderno di recuperare consapevolezze antiche che facciano da solide radici per costruire un futuro.