Durante le ore crepuscolari un’ombra furtiva procede calma e circospetta nel sottobosco delle foreste di conifere o sulla neve.
È la lince, un animale solitario e silenzioso, che lascia poche tracce sebbene sia tutt’altro che piccolo: il suo peso, infatti, oscilla tra i 15 e i 25 chili e ha dimensioni paragonabili a quelle di un grosso cane. Presente occasionalmente sulle Alpi con pochi individui provenienti dalla Svizzera e dai Balcani, può essere considerato il fantasma delle nostre foreste. È, infatti, talmente elusivo che negli ultimi anni gli esperti hanno addirittura messo in forse la sua presenza stabile nel nostro Paese.
La lince (linx linx) si trova ai vertici della catena alimentare e lascia un’impronta ecologica importante nelle nostre foreste perché preda caprioli (il 60-70% della sua alimentazione) e camosci, a cui tende fulminei agguati uccidendo con un morso alla gola. Questo non la rende amata da bracconieri e cacciatori.
La presenza di prede, però, non basta ad attirarla. La lince necessita anche di boschi antichi e sani, dove l’uomo non arriva, con grandi massi o alberi caduti al suolo da dove può sferrare gli attacchi. Inoltre, il felino ha un fabbisogno alimentare giornaliero di 1-3 chilogrammi di carne, pari a una media di un ungulato alla settimana, soprattutto d’inverno, quando il freddo rende l’approvvigionamento alimentare ancora più importante.
Dove e quando vedere la lince
Avvistare una lince è assai complicato. Le zone più frequentate sembrano essere la foresta di Tarvisio e il Parco delle Prealpi Giulie, in Friuli Venezia Giulia, anche se esistono avvistamenti in Trentino e nelle Alpi Occidentali, soprattutto nel Gran Paradiso. Le linci sono attive tutto l’anno, ma in inverno le tracce sono più visibili, così come le feci e i segni delle unghiate lasciate sugli alberi spogli.
Tratto da La Rivista della Natura 6/2009
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