Il Mar Morto potrebbe scomparire nel giro di pochi decenni. Il bacino di acqua salata che bagna i territori del West Bank, di Israele e della Giordania è, infatti, in continuo restringimento e ora gli esperti sono arrivati a ipotizzarne la scomparsa definitiva.
Ma non solo: con la diminuzione della portata d’acqua nel bacino del Mar Morto si sta abbassando anche il punto più basso della Terra. Il livello dell’acqua del bacino settentrionale si trova ora a 420 metri sotto il livello del mare e verrà ricalibrato ogni anno.
Le cause del restringimento
A partire dagli anni ’80 le acque del bacino endoreico (senza emissari – ndr) sono state sfruttate in maniera insostenibile. La zona, sebbene desertica, ospita importanti colture e l’acqua utilizzata per l’irrigazione è, appunto, quella del Mar Morto, addolcita da un lungo processo di desalinizzazione.
Inoltre, le sponde del Mar Morto sul versante israeliano hanno conosciuto, sempre in quegli anni, l’esplosione del turismo di massa. Le imponenti strutture degli hotel di lusso, vere e proprie cattedrali nel deserto, hanno invaso le sponde del Mar Morto, contribuendo all’uso smodato delle riserve idriche. Le precipitazioni scarse hanno fatto il resto, portando il Mar Morto a far registrare i valori minimi di estensione.
E anche il fiume Giordano, suo principale immissario, non gode di buona salute. Quello che un tempo era il fiume mediorientale con la maggior portata d’acqua oggi, in alcune zone, appare poco più che un ruscello, prosciugato dallo sfruttamento umano.
Le conseguenze
Il Mar Morto è un luogo di eccezionale attrattiva per i turisti. I minerali dell’acqua, oltre 9 volte più salata di quella degli oceani, sono particolarmente rinomati e le proprietà curative delle acque del bacino sono note da migliaia di anni. Il restringimento del mare ha già iniziato a incrinare il settore turistico, voce importante dell’economia israeliana.
Ma non c’è solo il turismo di Israele. La scarsità d’acqua ha reso impossibile continuare a coltivare per i contadini giordani e palestinesi, aumentando di fatto le tensioni in una delle aree più instabili a livello globale.
La soluzione ci sarebbe: la Banca Mondiale ha stanziato 15 milioni di dollari di fondi per la realizzazione di un canale che collegherebbe il Mar Morto al Mar Rosso. Il progetto, denominato “Condotto della pace”, ha trovato, però, l’opposizione dei movimenti ambientalisti, preoccupati dell’impatto che il mix di acque con salinità differenti potrebbe avere su un ecosistema unico.
La sorte degli altri laghi salati
Il Mar Morto condivide l’incertezza per il proprio futuro con un altro celebre bacino salato. Infatti, anche il lago iraniano di Urmia, città che secondo alcuni storici fu il luogo natale del profeta Zoroastro, si sta restringendo sempre più. Qui il tasso di evaporazione è di un centimetro ogni anno.
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