Una proposta di legge, la numero 3852, per vietare – a partire dal 2019 – l’uso di micro plastiche all’interno dei prodotti cosmetici. La proposta di legge, promossa dall’associazione Marevivo, è stata già sottoscritta da 40 parlamentari e si attende ora che compia il suo iter.
I microgranuli, presenti in dentifrici, scrub e altri prodotti di bellezza, altro non sono che piccole sfere di plastica: prodotti dannosi per l’ecosistema marino e per la salute umana. Una quantità di rifiuti enorme, basti pensare che – nella maggior parte dei cosmetici – il contenuto di queste particelle supera il peso del tubetto o del contenitore in cui il prodotto è venduto.
In Europa nel 2013, solo per i prodotti di bellezza, sono state impiegate quasi 5.000 tonnellate di micro plastiche.
”Anche se a destare più clamore sono i rifiuti di maggiori dimensioni, in realtà i frammenti più piccoli e, apparentemente, insignificanti sono quelli più nocivi e pericolosi – ha spiegato Marevivo in una nota -. Gli impianti di trattamento e depurazione delle acque non sono in grado di intrappolarli e quindi arrivano direttamente in mare, dove vengono scambiati per cibo da diverse specie”.
Prima causa di inquinamento
I rifiuti plastici sono la prima causa dell’inquinamento dei mari e degli oceani. Resti di plastica sono stati trovati in aree considerate remote come, ad esempio, le Isole Chagos, al largo dell’Oceano Indiano.
Le stime mostrano numeri impressionanti: nel 2014 sono stati prodotti oltre 300 milioni di tonnellate di rifiuti di plastica ed, entro il 2050, la quantità di questo tipo di rifiuti è destinata a crescere di altre 2 milioni di tonnellate.
La minaccia maggiore è rappresentata proprio dalle cosiddette microparticelle, vale a dire i frammenti di dimensioni uguali o inferiori ai 5 millimetri. Queste vengono accidentalmente assorbite dalla fauna marina, compromettendo la catena alimentare e finendo spesso anche sulle nostre tavole. Il mare ne è saturo: si calcola, infatti, che ogni chilometro quadrato di superficie marina contenga oltre 63mila microparticelle.
Qui trovate la petizione per chiedere di accelerare i tempi di approvazione in Parlamento
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