Sono state pubblicate sulla Gazzetta Ufficiale le nuove Linee guida nazionali per la Valutazione di incidenza, finalizzate alla messa in sicurezza dei siti della Rete Natura 2000.
«L’Italia si è finalmente dotata di uno strumento indispensabile per la conservazione della biodiversità, troppo a lungo danneggiata da incuria e cattiva programmazione. Ora vigileremo attentamente sull’applicazione regionale» è stato il commento di Lipu e WWF a proposito dell’intesa raggiunta tra Governo, Regioni e Province autonome di Trento e Bolzano che ha portato alla stesura delle Linee guida.
La Valutazione di incidenza (Vinca) è la procedura che garantisce che i piani, i progetti e le attività umane siano compatibili con la tutela di habitat e specie di interesse comunitario presenti nei siti di Natura 2000, la Rete europea delle aree protette. Nel corso degli anni, però, una cattiva applicazione regionale della Vinca ha portato al degrado di numerosi siti.
Per questo motivo, nel marzo 2013 Lipu e WWF avevano inviato a Bruxelles un corposo dossier di denuncia sui danni subiti da ben 37 Aree protette sparse in tutto il Paese, inducendo la Commissione europea ad avviare una procedura per violazione delle norme comunitarie .
Il lungo confronto che ne è seguito, ha condotto all’adozione delle Linee guida, sancita in Conferenza Stato Regioni, che permetteranno un’applicazione piena, uniforme e corretta della normativa comunitaria su tutto il territorio nazionale.
Strumento per la conservazione della biodiversità
«È un passo avanti di grande rilievo – dichiarano Lipu e WWF – per la gestione della rete Natura 2000, che si basa sull’attenta sinergia tra conservazione della biodiversità e attività umane».
Natura 2000 è il principale strumento della politica dell’Unione Europea per la conservazione della biodiversità e garantire il mantenimento a lungo termine degli habitat naturali e delle specie di flora e fauna minacciati o rari a livello comunitario.
La rete Natura 2000 è costituita dai Siti di Interesse Comunitario (SIC), identificati dagli Stati Membri, che vengono successivamente designati quali Zone Speciali di Conservazione (ZSC), e comprende anche le Zone di Protezione Speciale (ZPS).
Le aree che compongono la rete Natura 2000 non sono riserve rigidamente protette, dove le attività umane sono escluse; la Direttiva Habitat intende garantire la protezione della natura tenendo anche conto delle esigenze economiche, sociali e culturali, nonché delle particolarità regionali e locali.
La Direttiva riconosce il valore di tutte quelle aree nelle quali la secolare presenza dell’uomo e delle sue attività tradizionali ha permesso il mantenimento di un equilibrio tra attività antropiche e natura. Alle aree agricole, per esempio, sono legate numerose specie animali e vegetali ormai rare e minacciate per la cui sopravvivenza è necessaria la prosecuzione e la valorizzazione delle attività tradizionali, come il pascolo o l’agricoltura non intensiva.
Nello stesso titolo della Direttiva viene specificato l’obiettivo di conservare non solo gli habitat naturali ma anche quelli seminaturali (come le aree ad agricoltura tradizionale, i boschi utilizzati, i pascoli, ecc.).
In Italia, i SIC, le ZSC e le ZPS coprono complessivamente circa il 19% del territorio terrestre nazionale e quasi il 4% di quello marino.
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