La fauna italiana si arricchisce di sette nuove specie, tutte scoperte in Toscana.
Le new entry appartengono agli isopodi terrestri, crostacei che nel corso dell’evoluzione si sono adattati alla vita sulla terraferma, e che vengono comunemente chiamati porcellini di terra.
La studio, che è stato pubblicato su Zoosystema, la rivista del Museo di Storia Naturale di Parigi, è stato condotto da ricercatori dell’Università di Pisa, del Museo Zoologico della “Specola” di Firenze e dell’Ise-CNR.
Vivono nelle cavità
I sette isopodi toscani – Leucocyphoniscus pisanus, Moserius gruberae, Moserius talamonensis, Typhlarmadillidium occidentale, Paraschizidium ferrarai, Trogleluma pilosa e Alloschizidium labronicum – presentano tutti dei tratti comuni: lunghi pochi millimetri, sono depigmentati e privi di occhi. Vivono, infatti, nelle cavità del sottosuolo, come grotte o anfratti della roccia madre. Per questo motivo – fino ad oggi – erano rimasti ignoti anche dei più appassionati naturalisti.
Cinque delle sette nuove specie sono state rinvenute nelle province di Pisa e Livorno, da cui appunto alcuni dei nomi assegnati, come nel caso di Leucocyphoniscus pisanus oAlloschizidium labronicum che i ricercatori ritengono trattarsi di specie endemiche.
Prima scoperta dal 1995
In Toscana gli ultimi casi di descrizioni di nuovi isopodi terrestri risalgono al 1995.
«Le ricerche zoologiche nel campo della tassonomia, sembrano essere un po’ fuori moda – ha spiegato Giuseppe Montesanto del Dipartimento di Biologia dell’Università di Pisa –. Eppure le specie animali che ad oggi conosciamo sono circa il 10% di quelle che in realtà potrebbero esistere sul nostro pianeta e, sebbene l’idea di trovare nuove specie si associ più agli habitat tropicali o quantomeno esotici, i ritrovamenti riguardano anche il nostro Paese e, per questo gruppo, non è raro rinvenire nuove specie».
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