La capacità di imitare altri esseri viventi parrebbe una prerogativa della specie umana e di alcuni uccelli. Di fatto, non si è mai sentito parlare di mammiferi, rettili o anfibi, in grado di “vocalizzare” come una specie affine. In realtà, un nuovo studio condotto dall’Acoustical Society of America, scardina questo paradigma, evidenziando che le orche allevate in cattività riescono a emettere suoni del tutto riconducibili a quelli
tipicamente prodotti dai delfini.
Gli studiosi statunitensi hanno analizzato il “vocio” di dieci orche, sette che vivevano da sole, e tre in compagnia di un delfino. Alla fine dell’esperimento si è visto che le orche cresciute con “l’estraneo” erano in grado di “esprimersi” come lui, producendo fischi e ronzii inusitati. La ricerca permette di fare luce su un animale mai studiato approfonditamente, un gigante dei mari in grado di raggiungere i dieci metri di lunghezza e competere con il potente squalo bianco, con cui instaura, talvolta, sanguinosi “duelli”.
L’orca (nome scientifico Orcinus orca) è facilmente riconoscibile per via del contrasto cromatico fra il dorso nero e il ventre bianco, ed è fileticamente assimilabile al delfino, dal quale si è separato circa cinque milioni di anni fa. Fra le specie più ingorde e voraci dei mari di tutto il mondo, annovera fra le sue prede preferite foche, pinguini e otarie. Esplora con disinvoltura nuovi habitat, come le foci dei fiumi o le profondità oceaniche, ed è in grado di muoversi a oltre cinquanta chilometri all’ora.
In cattività soffre, e in più di un’occasione ha mostrato di non sopportare la vicinanza dell’uomo, più volte attaccato.
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