Nome
Orco marino (Melanitta fusca)
Descrizione
L’Orco marino è la specie più grande del genere Melanitta. Il maschio è completamente nero, ad eccezione di una zona bianca intorno agli occhi e di una vistosa barra alare sulle ali. Le femmine, di colore bruno chiaro, presentano due macchie pallide su entrambi i lati della testa, e macchie alari bianche.
Fenologia
In Italia (dove è presente in inverno la sottospecie nominale) è migratrice e svernante regolare.
Habitat
Le coppie nidificano lungo le coste di piccoli laghi di acqua dolce, di stagni e fiumi nelle foreste di conifere del Nord, nella tundra artica boscosa, in alcune zone alpine, ma anche sopra piccole isole rocciose o coperte di massi, idonee alla colonizzazione grazie all’estesa vegetazione erbacea, ai cespugli e agli alberi bassi. L’areale di presenza comprende vaste zone dell’estremo nord di Europa e Asia, sino al bacino dello Yenisei, nella Russia siberiana centrale.
Il nido è posto in una depressione poco profonda sul terreno tra l’erba alta, oppure tra bassi cespugli. La femmina vi depone dalle 7 alle 9 uova. Durante la nidificazione le coppie sono piuttosto solitarie. Durante il periodo di svernamento, invece, le popolazioni si trasferiscono nelle zone più temperate: il Sud della Gran Bretagna, le coste di mar Nero e mar Caspio; alcuni di essi si spingono fino alla Francia e alla Spagna settentrionale, e nelle aree più settentrionali dell’Italia. Si ritirano nelle basse acque costiere marine, vicino alla costa, soprattutto in estuari o all’interno di insenature che ospitano rigogliosi bacini di molluschi. Tuttavia, durante la migrazione e lo svernamento, non disdegnano bacini d’acqua dolce, come laghi ed estuari.
La dieta dell’Orco marino è ricca e variegata: si nutre di molluschi, crostacei, vermi, piccoli pesci e, nei corsi d’acqua dolce, di insetti e larve. Cattura le proprie prede immergendosi sott’acqua, dove può spingersi sino a 3-4 m di profondità; ma può anche accontentarsi di piccole porzioni di piante acquatiche che trova nelle zone in cui nidifica, come foglie e germogli.
Distribuzione
In Italia, dove svernano in media solo alcune centinaia di individui, tra il 1991 e il 2000 il massimo annuale registrato è stato di 314 individui (1991). Dopo il 1993 l’indice di copertura dei siti non è cambiato, e anche l’ampiezza dell’areale è rimasta sostanzialmente stabile. La distribuzione della specie è estremamente concentrata, con circa il 90% della popolazione censita tra 1996 e 2000 che è risultata insediata in soli 7 siti. Come già avviene per l’Orchetto marino, le uniche aree occupate con regolarità sono i tratti più settentrionali dell’Alto Adriatico e della Versilia, scendendo a sud sino a Livorno. Tra il 1998 e il 2003, le popolazioni di Orco marino svernanti in Italia sono state censite principalmente sul litorale di Forte dei Marmi e Viareggio (Toscana), che ha ospitato un massimo di 139 individui, le lagune di Grado e Marano e la baia di Panzano (Friuli-Venezia Giulia), con un massimo di 111 individui, e la laguna di Caorle e le valli di Bibione (Veneto), con la presenza eccezionale di uno stormo di enormi dimensioni, probabilmente dovuta a fattori climatici: ben 2.100 individui.
In Lombardia è presente in inverno soprattutto in alcuni laghi prealpini come il Lago Maggiore e quello di Garda.
Stato di conservazione
L’Orco marino è stato sottoposto negli ultimi anni a diversi fattori antropici di disturbo, tra cui uccisioni illegali e presenza di reti da pesca nei siti di alimentazione. Attualmente viene considerata in declino nell’UE e presenta uno stato di conservazione non favorevole anche a livello continentale.
di Fabio Casale, Fondazione Lombardia per l’Ambiente
Supervisione scientifica: Giuseppe Bogliani, Università degli Studi di Pavia
tratto da:
Casale F., 2015. Atlante degli Uccelli del Parco Lombardo della Valle del Ticino.
Parco Lombardo della Valle del Ticino e Fondazione Lombardia per l’Ambiente.