«Si è tanto parlato, descritto, divulgato l’allarme sulla nostra vita, sul nostro mondo, sulla cultura, che vedere il sole, le nuvole, uscire in strada e trovare dell’erba, dei sassi, dei cani, commuove come una grande grazia, come un dono di Dio, come un sogno. Ma un sogno reale, che dura, che c’è.»
Cesare Pavese, Il mestiere di vivere
Leggere queste parole di Pavese alla luce di tutto quello che sta succedendo oggi è particolarmente suggestivo e commovente. Commuovere però nel senso etimologico, cioè turbare profondamente; rimaniamo affascinati e allarmati allo stesso tempo.
Oggi tutto è in allarme e non per esagerare: stiamo toccando dei punti di non ritorno, poiché in questi nostri tempi si parla di crisi dell’umano, crisi del nostro pianeta. Perciò è davvero fonte di ristoro veder il sole, le nuvole, l’erba, i sassi, gli animali: commuoversi di fronte al grande spettacolo della vita dovrebbe essere un punto in comune tra tutti gli esseri viventi, eppure noi uomini siamo ben lontani dal sentirci accomunati da un simile elemento.
Ciò che elenca Pavese appartiene alla semplicità, alla quotidianità; è qualcosa che purtroppo la nostra società oggi dà per scontato: chi fa più di tanto caso al sole, all’erba, ai sassi o ai cani uscendo in strada? Presi come siamo dalla fretta e dalla frenesia di spostarci, produrre, comprare, consumare e sporcare. Occorre probabilmente tornare a dei ritmi più lenti, meno di moda forse, ma più salutari e vivificanti; non solo, sarebbe perfetto poter tornare a pensare che quello che ci circonda sia come una grande grazia che ci è concessa, addirittura lo scrittore parla di dono di Dio, come un sogno. Con una differenza: questo sogno è reale, è qualcosa che dura, che c’è, che permane, non è effimero come molti sogni che tutti ogni notte facciamo. Perché il mondo in cui viviamo, seppur vivo grazie a un perenne ciclo di cambiamento, rimane un punto fisso, una certezza, qualcosa che continua anche dopo di noi, in qualche modo. Non dobbiamo perciò voltare le spalle di fronte a questo dono, dobbiamo accoglierlo, viverlo e difenderlo come la cosa più preziosa che abbiamo poiché infinitamente legato alla nostra stessa vita.
Ci piace questo gioco di parole del poeta, il sogno che è reale, perché si dice sempre che i sogni si devono inseguire, che essi si avverano oppure no, comunque sembrano sempre così lontani nel tempo che a volte li lasciamo di proposito nel cassetto; mentre la Natura quotidiana è un sogno che si è già avverato all’alba della vita, è un arcano dono da riscoprire ogni giorno, a partire dai suoi aspetti più semplici, che continuano a stupire, per riscoprire quell’armonia che alla fine ci colmerà il cuore.