Molli le rame s’agitano in alto,
sul cielo azzurro pallido, e un sussurro
vasto trascorre per le verdi fronde
a ondate, or lento or rapido, col vento.
Dietro la chioma densa di un ontano
sta il sole e a tratti getta scintillii
per le foglie fluttuanti. Tutto il resto
è quiete, silenzio. Odo lontano
sui colli circonfusi nella luce
spandersi l’armonia che pe’ i sensi
mi colma il cuore …
Cesare Pavese, D’estate, II, 30 giugno 1925
Il miglior commento che forse si possa fare a questi versi di Cesare Pavese è viverli. Adesso, in questi giorni, in questi mesi. L’estate è ora. Hic et nunc dicevano i latini, qui e ora. Lasciamo che l’armonia della Natura colmi anche il nostro cuore.
Il poeta ha scelto il verbo colmare; e se il suo cuore è pieno di quell’armonia, significa che la sta vivendo, la sta assaporando e, chissà, la sta forse restituendo in qualche mistico modo. È attraverso i sensi che il cuore viene colmato: guardare, ascoltare, toccare, odorare e gustare e così il nostro incontro con la Natura avrà inizio.
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