Da qualche anno si stanno diffondendo anche in Italia informazioni e dati che raccontano gli innumerevoli benefici apportati dalle “foreste” urbane. Questo fenomeno sta favorendo nuovi modi di “fare verde” nella città e nei suoi dintorni.
In primo luogo sta emergendo una profonda relazione tra la presenza del verde, la sua dimensione e la sua tipologia e le questioni legate alla salute.
È bene sapere che altri paesi hanno indagato da tempo questo aspetto con evidenze empiriche. Uno studio effettuato nel 2009 in Olanda, coinvolgendo 350mila pazienti e 195 medici di famiglia, ha rivelato che 15 delle 24 patologie esaminate – tra le quali disturbi cardiovascolari e scheletrici, ansia, depressione, infezioni respiratorie, cefalea, vertigini, infezioni delle vie urinarie, diabete – erano meno frequenti in chi viveva a meno di un chilometro di distanza da parchi o aree verdi.
Uno studio giapponese, risalente addirittura al 2002, ha invece analizzato l’associazione tra la presenza di aree verdi vicino alla casa di residenza e la sopravvivenza di oltre 3mila anziani di Tokio. Ne è risultato che la probabilità di restare in vita più lungo era direttamente proporzionale allo spazio disponibile per camminare, al numero di parchi e di strade alberate vicino al domicilio, alle ore di esposizione al sole della casa e al desiderio di voler continuare ad abitare nello stesso quartiere.
Anche recenti studi condotti in Italia confermano l’importanza di risiedere in luoghi piacevoli e immersi nel verde. Un’indagine svolta a Palermo ha evidenziato un incremento dei sintomi respiratori e oculari fra i bambini che vivono in aree urbane altamente cementificate e lontani da parchi e giardini.
L’espressione “polmoni verdi” è in uso da decenni, ma solo di recente, almeno nel nostro Paese, si sta facendo chiarezza attorno ai tanti vantaggi arrecati dalle piante: sono fondamentali per contrastare i livelli crescenti di anidride carbonica e catturare le particelle inquinanti più dannose al nostro organismo, quelle che comunemente chiamiamo polveri fini e che sono diventate un’emergenza sanitaria, oltre che per mitigare le sempre più intense e frequenti ondate di calore.
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