La gestione degli imballaggi fine ciclo vita deve rappresentare il vero punto focale di qualsiasi discorso che voglia valutare l’effettivo impatto ambientale di questi prodotti. Se, ad esempio, si analizza il percorso di CO.N.I.P. (Consorzio Nazionale Imballaggi in Plastica) è indubitabile che il sistema abbia prodotto innumerevoli vantaggi ambientali.
Il primo elemento che determina un beneficio ambientale ed economico è sicuramente l’uso di materiale riciclato. Infatti, le casse e i pallet del circuito CO.N.I.P. sono tutti 100% riciclati e riciclabili e sono realizzati utilizzando il materiale riciclato che deriva dall’avvio al riciclo degli imballaggi del circuito consortile giunti alla fine del loro ciclo di vita. Questo approccio alla produzione industriale ha consentito al Consorzio di raggiungere ogni anno dei livelli di riciclo che sono ampiamente al di sopra degli obblighi previsti dalla legge e, inoltre, evita il consumo annuo di 139mila tonnellate di materia prima vergine.
Ulteriori vantaggi sono raggiunti annualmente dal circuito CO.N.I.P. Non a caso, grazie al modello circolare organizzato dal Consorzio si risparmiano all’anno 2,3 milioni di GJ di energia, pari al consumo medio annuo di oltre 500mila cittadini italiani, si evita il consumo di 790mila barili di petrolio, con un risparmio di 51 milioni di € sulle importazioni di greggio e di 628 milioni di litri di acqua, pari a quella contenuta in 250 piscine olimpioniche. Inoltre, si evita l’emissione di 155mila tonnellate di gas serra, equivalenti all’inquinamento generato in un anno da 62mila auto.
Alla luce di realtà come quella del CO.N.I.P. emerge chiaramente che la gestione degli imballaggi in plastica fine ciclo vita ha un’importanza fondamentale nella determinazione dell’impatto ambientale di questi prodotti. Infatti, pur esistendo delle differenze tra i diversi materiali, demonizzarne alcuni senza considerarne il ciclo di vita e la capacità di riciclo risulta improprio, dannoso e controproducente. La plastica ha assunto un ruolo importante nella modernizzazione del Paese per le sue caratteristiche che hanno permesso in molti settori e in particolare in quello alimentare di garantire maggiore tutela dei prodotti.
Per esempio, nel settore più strettamente collegato al circuito consortile che è quello dell’ortofrutta, la plastica garantisce una maggiore durata dei prodotti, rendendo possibile, di fatto, anche una diminuzione degli sprechi alimentari. Premesso ciò, va fatta una riflessione che investe tutta la filiera compreso il consumatore il cui ruolo risulta al pari di quello dell’industria.
Infatti, se da una parte l’industria dovrà sempre di più creare circuiti virtuosi per valorizzare la materia prima seconda dall’altra il consumatore si dovrà impegnare a eliminare la dispersione selvaggia di questa tipologia di materiale nell’ambiente.
Il CO.N.I.P. sin dalla sua fondazione nel 1998 ha operato con la consapevolezza che l’industria della plastica per avere futuro avrebbe dovuto operare con quelli che oggi vengono enunciati come principi dell’economia circolare, gestendo le casse in plastica riciclata del circuito consortile tramite un circuito chiuso che avrebbe responsabilizzato tutti gli attori della filiera. Lo stesso sistema Il CO.N.I.P. l’ha adottato nel 2016 per la gestione dei pallet in plastica anche questi prodotti interamente con plastica riciclata e riciclabile.
Per CO.N.I.P., infatti, è sempre stato chiaro che non potesse esistere uno sviluppo industriale che non fosse sostenibile anche in termini ambientali. Per questa ragione evita lo smaltimento in discarica dei propri imballaggi giunti alla fine del loro ciclo di vita e li avvia a riciclo, affinché il materiale riciclato diventi una vera e propria risorsa da utilizzare nella produzione di nuove casse e nuovi pallet.