Chi non si rilassa facendo una passeggiata in un bel Parco? Le aree verdi in Italia sono molte e specie in primavera o estate è piacevole trascorrere del tempo leggendo un libro su una panchina al Parco sotto casa, portarci il cane a fare una passeggiata o accompagnare i figli a giocare e respirare aria più pulita.
Sono i polmoni verdi delle nostre città, purtroppo colme di inquinamento.
Uno studio ha rilevato la correlazione favorevole fra la vicinanza di aree verdi e l’ictus.
L’ictus è una patologia che arriva nel momento in cui si verifica un’interruzione dell’afflusso di sangue nel cervello per colpa di un coagulo di sangue oppure della rottura di un vaso cerebrale.
In Italia l’ictus è la seconda causa di morte, dopo le malattie ischemiche del cuore, è responsabile del 9-10% di tutti i decessi e raffigura il primo motivo di invalidità.
Ogni anno si registrano nel nostro Paese quasi 90.000 ricoveri dovuti all’ictus cerebrale, di cui il 20% sono recidivi. Il 20-30% delle persone colpite da ictus cerebrale scompare entro un mese dall’evento e il 40-50% entro il primo anno.
Solo il 25% dei pazienti sopravvissuti ad un ictus riacquista la salute completamente, il 75% continuare a vivere con una qualche forma di disabilità, e di questi la metà è portatore di un deficit talmente pesante da non avere più l’autosufficienza.
Il rischio si abbassa se vivi vicino a un’area verde
Dalla Spagna giunge uno studio condotto dall’Ospedale del Mar di Barcellona.
I risultati affermano che il rischio di subire un ictus ischemico, si abbassa del 16% nelle persone che godono di aree verdi a poco meno di 300 metri dalla propria casa.
Lo studio “Air pollution and surrounding greenness in relation to ischemic stroke: A population-based cohort study” ha preso in considerazione le informazioni sull’esposizione a tre inquinanti atmosferici legati al traffico veicolare, di oltre tre milioni e mezzo di persone selezionate fra i 7,5 milioni di residenti in Catalogna, quelle di età superiore ai 18 anni che non avevano sofferto un ictus prima di iniziare il lavoro. Nello specifico, ha esaminato l’impatto dei livelli di particelle inferiori a 2,5 micron (PM 2,5), biossido di azoto (NO2) e particelle di fuliggine, nel luogo di residenza di ogni persona valutata. Sono state inoltre esaminate anche la quantità e la densità delle aree verdi in un raggio di 300 metri dalla loro abitazione.
Dai risultati conseguiti si ricava che la presenza di aree verdi potrebbe salvare la vita a migliaia di persone, grazie alla riduzione dell’inquinamento atmosferico dovuta alla presenza di innumerevoli piante.
Come difendersi, prevenire e aiutare la prevenzione?
«Sebbene i livelli fissati dall’Unione Europea siano rispettati, ci troviamo con il paradosso che c’è ancora un rischio per la salute, come quello che abbiamo riscontrato in questo studio, dove c’è una relazione diretta tra l’esposizione agli inquinanti nel nostro ambiente e il rischio di subire un ictus» spiega la dott.ssa Rosa Maria Vivanco, autrice principale del lavoro e ricercatrice presso AQuAS e IMIM-Hospital del Mar. «Il pericolo esiste ancora e devono essere prese molte altre misure» aggiunge, tenendo conto, in particolar modo, dell’aumento della popolazione urbana e del suo invecchiamento.
Ripensare a uno sviluppo urbanistico diverso, rimettendo in sesto tramite il verde le aree dismesse o abbandonate, diminuire i volumi di cementificazione, avere una viabilità stradale meno impattante dal punto di vista dell’inquinamento avrebbe certamente un effetto positivo e concreto di prevenzione a favore del benessere comune.
Dunque, a fare la differenza sarebbe indubbiamente la migliore qualità dell’aria, ma non solo. Anche tutto quello che implica la vicinanza delle aree verdi, ovvero un aumento dell’attività fisica con conseguente riduzione dello stress e una maggiore socializzazione, aiuterebbe certamente la nostra salute.
Il dott. Jaume Roquer, capo del Servizio di neurologia dell’Ospedale del Mar e coordinatore del Gruppo di ricerca neuro vascolare dell’IMIM-Hospital del Mar, evidenzia che: «Questo studio dimostra il reale impatto che gli aspetti ambientali hanno sulla salute della popolazione di Catalogna. Dato l’effetto dell’inquinamento atmosferico, della mancanza di spazi verdi, del rumore, ecc., sono necessari maggiori sforzi e strategie demografiche per ridurne l’impatto. Il suo effetto dannoso ci danneggia in modo permanente e globale. Dobbiamo lottare per realizzare città più sostenibili e città in cui vivere non implica l’assunzione di un aumentato rischio di malattia».