I lettori mi perdoneranno se torno a parlare della qualità dell’informazione medico-scientifica sulla stampa italiana, ma quasi ogni giorno abbiamo esempi di titoli strillati, volti più ad attirare lettori e relativi click che a informare correttamente.
L’esempio di oggi riguarda il principale quotidiano italiano, Il Corriere della Sera. Il titolo di un post del 13 luglio scorso sul sito del giornale grida “Il coronavirus è dieci volte più letale dell’influenza”.
Titolo analogo appare il 20 luglio a pagina 7 del giornale cartaceo, su un paragrafo di un interessantissimo articolo di Cristina Marrone.
I lettori di rivistanatura.com sanno da oltre due mesi l’effettiva letalità delle due infezioni a confronto: nell’articolo “Il COVID-19 è come una normale influenza?”, scritto in un periodo in cui tutte le fonti di informazione davano tassi di letalità del coronavirus molto più alti, riportavamo che la letalità reale della malattia da coronavirus era da collocarsi intorno all’1%, in particolare concentrata nelle fasce di età più avanzata, mentre quella dell’influenza era dello 0,1%, cioè 10 volte più bassa…
Davamo anche una spiegazione a questo fenomeno: la letalità dell’influenza è così bassa perché “con la vaccinazione antiinfluenzale tutti gli anni proteggiamo i nostri anziani, altrimenti la gravità dell’influenza sarebbe simile o superiore a quella del coronavirus”.
Qual è la differenza fra i due approcci informativi? Dire che una malattia è dieci volte più letale di un’altra e omettere il motivo della differenza è un’affermazione volta a generare allarme, senza proporre niente di costruttivo.
Questa affermazione va in conflitto con quelle di segno opposto di chi va affermando che il virus non è più pericoloso. Dalla confusione di questo chiacchiericcio nasce l’abbandono delle misure di prevenzione del contagio e un grave pericolo per il prossimo autunno.
Proviamo quindi a ribadire i punti fondamentali
La letalità del coronavirus sulla popolazione generale è dell’1%, numero apparentemente basso, particolarmente concentrato nelle fasce di età più avanzate, dove raggiunge tassi ben più alti. Tutti quanti, a cominciare dai più giovani, dobbiamo mantenere comportamenti responsabili per non portare una malattia potenzialmente letale alle persone più fragili.
La letalità dell’influenza cosiddetta stagionale è effettivamente dieci volte più bassa, grazie alla vaccinazione annuale che protegge le fasce più fragili della popolazione.
La campagna di vaccinazione antiinfluenzale di quest’anno è di importanza critica, per ridurre il più possibile i casi di sindrome influenzale: ricordiamoci che nel prossimo autunno per ogni caso di febbre dovremo essere sicuri che non si tratti di coronavirus, quindi meno casi di influenza e meno preoccupazioni…
Aspettiamo fiduciosi la disponibilità di un vaccino per il coronavirus, che dovrà essere sicuro ed efficace. Se così sarà porteremo la letalità del COVID-19 allo stesso livello di quella per l’influenza.
Ci sono diversi studi promettenti in corso, ne riparleremo.
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Twitter: @DPg1956
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