Da qualche anno ho scelto di regalarmi un po’ più di tempo. La prima decisione è stata quella di dedicarmi solo al lavoro che mi dà soddisfazioni, al quale mi sono offerto con rinnovato impegno. In questo modo presto più attenzione alla qualità di ciò che produco, nel caso specifico, che scrivo. La seconda decisione è stata quella di destinare parte del tempo restituitomi ai passatempi, vecchi, nuovi e dimenticati. Qualche visita in più alle bancarelle di libri vecchi o introvabili, una ritrovata alleanza con la bicicletta che avevo colpevolmente abbandonato e tanta, tanta corsa. All’inizio qualche euro al mese in meno nelle tasche è parso tanto, ma a mano a mano che il tempo trascorreva ho compreso quale meravigliosa occasione mi si era parata di fronte: una nuova vita da progettare.
Il resto è venuto da sé. Ora la spesa ha il suo tempo, cerco il prodotto fresco e quello più a buon mercato, così mangio meglio e spendo meno. Il panino ingollato in piedi al bar, magari con il cellulare in mano, è solo un ricordo, una cartolina sfocata. Quando posso, i pasti li consumo in casa. Badate bene, preparare un piatto per me conserva il significato essenziale di sempre, non mi sono arreso al culto irragionevole dello chef. Fare un buon risotto non equivale, come crede qualcuno, ad avere scritto Madame Bovary. Però mi diverte.
Anche il mio modo di vestire è cambiato, sono più attento al comfort e meno alle apparenze: finisco per infilarmi, salvo rare volte, gli stessi capi (pantaloni di velluto, t-shirt e maglione in inverno, jeans e polo in estate). Il resto del guardaroba si conserva intatto invocando un’uscita all’aria aperta. Credo che a lungo mi basterà cambiare soltanto le scarpette da running.
Possiedo la stessa automobile da oltre sette anni. Prima sostituivo la vettura ogni tre con regolarità imbarazzante. Ora sto valutando di disfarmene, considerato che mia moglie possiede a sua volta un’automobile e che per gli spostamenti brevi il più delle volte uso la bicicletta.
Senza sforzi particolari tutti i miei consumi, da quelli energetici a quelli telefonici, si sono ridotti. Qualche vecchio amico mi rimprovera: “se facessimo tutti come te, il mondo andrebbe in malora”.
Guarda un po’, mi ero quasi convinto del contrario.
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