Tanto qual è il problema? Ora la scuola funziona anche a distanza, ci sono delle straordinarie piattaforme che continuano ad aggiornarsi, per poter migliorare il prodotto e offrire un servizio identico alla lezione in classe. Puoi inserire la manina bianca per prenotarti, puoi ideare un’estensione per registrare qualunque uscita e/o entrata degli studenti, puoi esagerare con il numero dei partecipanti, ma non potrai mai sostituire la vera scuola.
Una lezione degna di questo nome è basata sull’incontro
Senza l’incontro, senza un’intesa e un dialogo vero con gli studenti, la scuola rimane un edificio spento che serve a fornire informazioni, che oramai si trovano ovunque e alle volte più aggiornate. Ora, focalizziamo l’attenzione su coloro che sono fra i protagonisti di quell’incontro: gli studenti. In modo particolare quelli delle scuole secondarie di secondo grado (“scuole superiori” non andava più bene?). Perché a parte forse qualche servizio in televisione e alcuni incontri con grandi nomi della pedagogia, della sociologia, della psicologia in alcune scuole, non si parla quasi mai della vera emergenza educativa di questo momento, che nella fattispecie consiste nel disagio e nella sofferenza di molti adolescenti nel sentirsi totalmente privati della fiducia da parte degli insegnanti che dovrebbero comunque essere educatori .
È il momento di ripensare
Se è vero che i nostri ragazzi stanno forse perdendo una grande fetta di istruzione tecnica e culturale, questa situazione potrebbe essere l’occasione per capire realmente cosa significhi insegnare. Le preoccupazioni maggiori per gli insegnanti non possono consistere soltanto nel non far copiare gli studenti e nel portare a termine il programma.
Quanti insegnanti rimangono frustrati e offesi per il fatto che molti studenti giocano sporco e sono “disonesti”, spesso nei modi più assurdi e perfino comici.
Eppure, cari colleghi insegnanti, esistono moltissimi studenti che hanno voglia di studiare, leggere, imparare e stare a scuola. Ragazze e ragazzi che giocano pulito (…), che non hanno bisogno di tenere le mani alzate per dimostrare che hanno studiato e che affrontano l’interrogazione senza barare.
Non facciamo di tutta l’erba un fascio
Coloro che trasmettono storia e cultura dovrebbero saperlo. Molti ragazzi soffrono per il fatto di vedersi tolta la fiducia in un modo a volte meschino (come quando ad esempio vengono “perquisiti” per controllare che non abbiano cuffie color carne per poter barare). Se togliamo loro la fiducia, come cresceranno? Che idea si faranno della scuola, degli insegnanti, dei compagni? Ritengo che si debba dar loro l’esempio, a costo di essere traditi da parte di alcuni. Ma quelli che resisteranno, quelli che vinceranno la pigrizia, la tentazione, la furbizia, comunque sapranno che è “scuola” e non “squola” e non saranno tacciati come ignoranti, ma saranno pronti ad affrontare la giungla burocratica, economica, sociale, politica… che c’è fuori.
Ci vuole fiducia
Faccio appello agli insegnanti, quelli che hanno cuore e buon senso: riponete la vostra fiducia nei ragazzi, loro se ne accorgono. Date loro un esempio virtuoso. Nella speranza poi che le scuole possano riaprire e non rimanere chiuse ancora a lungo.
D’altra parte il grave problema del corona virus c’è e bisogna combatterlo. Ciononostante non dobbiamo dimenticarci della nostra umanità e la scuola dovrebbe essere uno dei luoghi principe in cui si possa trasmettere e vivere questa humanitas. È giusto trasmettere la conoscenza, ma con passione, con speranza, con fiducia, perché la parola sapienza ha un legame etimologico con la parola sapore; una persona sapiente ha un particolare sapore per la vita, per gli altri, per la natura che lo circonda e via dicendo. Questa è la saggezza che deve trasmettere la scuola, con lo studio dei grandi che ci hanno preceduto e indicato alcune vie. Non bisogna essere schiavi di programmi e burocrazie varie; un insegnante non deve essere frustrato se qualcuno bara. Gli alunni disonesti compiono il male unicamente verso loro stessi, non alla scuola e men che meno a chi cerca di educarli.
Un invito agli studenti
Mi rivolgo infine a studentesse e studenti che da più di un anno stanno vivendo questa anomala situazione scolastica a tutti quelli che comunque stanno dando loro stessi e continuano ad impegnarsi (sono tanti!!!) e dico: resistete! Non cedete alla pigrizia, alla noia o alla disonestà: non pagano. Impegnatevi comunque e raccoglierete frutti. Date sempre il meglio di voi e vedrete che il vostro raccolto sarà abbondante.