La Slovacchia si aggiunge alla lista degli stati europei che hanno deciso di vietare gli allevamenti di animali finalizzati alla produzione di pellicce.
Con il voto espresso dal Parlamento, dunque, la Slovacchia diventerà così il tredicesimo Paese europeo a vietare questa forma di allevamento: il divieto sarà effettivo dal primo gennaio 2021, ma gli allevamenti esistenti avranno tempo fino a fine 2025 per dismettere l’attività.
La vittoria dei cittadini
La nuova normativa è stata approvata dal Parlamento sulla spinta della mobilitazioni dei cittadini. Contro le pellicce sono state raccolte, infatti, oltre 80mila firme.
Attualmente, in Slovacchia sono presenti un allevamento di visoni almeno altri 8 allevamenti di conigli destinati alla produzione di pellicce.
Quali sono i Paesi in cui sono vietati gli allevamenti
In Europa, molti Stati hanno già vietato questa forma di sfruttamento animale: Regno Unito (dal 2000); Danimarca (dal 2009 vietate solo le volpi); Austria (2004); Olanda (dal 2024); Croazia (2017); Slovenia (2013); Repubblica Ceca (2019); Lussemburgo (2018); Belgio (dal 2023) hanno chiuso gli allevamenti.
In Spagna, invece, dal 2007 non è più possibile avviare nuovi allevamenti.
In Germania dal 2022 entreranno in vigore standard minimi strutturali per assicurare un migliore trattamento degli animali ma che, di fatto, hanno giù portato alla chiusura di tutti gli allevamenti esistenti. I
In Svezia, invece, è già stata approvata la dismissione di allevamenti di cincillà e volpi.
Il divieto di allevamento di animali da pelliccia è già stato approvato anche da altri 5 Stati in area europea: Repubblica di Macedonia (2014); Serbia (2019); Bosnia ed Herzegovina (dal 2029); Norvegia (dal 2025) e Svizzera.
Italia in forte ritardo
Secondo i dati diffusi dalla Lav, in Italia risultano ancora attivi 16 allevamenti di visoni e che ospitano 180mila animali.
«Quello della Slovacchia è un nuovo importante esempio da seguire per i nostri Governo e Parlamento, in linea con l’impegno di Programma della maggioranza per la tutela degli animali – dichiara Simone Pavesi, responsabile LAV Area Moda Animal Free –. Chiamo ora alle istituzioni che siano esaminate le proposte di Legge che abbiamo presentato in ben 3 distinti testi (C99, C177, S211) e che attendono da anni sia alla Camera che al Senato».
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