La paura è uno stato emotivo molto complesso, costituito da diverse sensazioni che possono poi sfociare in altrettanti comportamenti, talvolta salvifici e altre volte, specie quando la paura è indotta per ragioni innaturali, che possono essere causa di una sofferenza grave per ogni essere vivente.
Normalmente se noi pensiamo alla paura la valutiamo come una sensazione da evitare, fastidiosa sino a generare profondi malesseri, insomma una fonte di disagi della quale vorremmo fare a meno.
Ma chi la paura l’ha studiata a fondo, come Chiara Morosinotto, può raccontarne meraviglie, analizzandola sotto ogni punto di vista, illustrando le mille sfumature e motivazioni che rendono questo stato emotivo un salvavita efficace che ci è stato regalato dall’evoluzione.
Lo spiega davvero bene nel libro per tutti “La paura del leone”, un interessante lavoro scritto in collaborazione con il fratello Davide, in cui in modo semplice ma molto scientifico vengono raccontati i comportamenti di molte specie, uomo incluso, e i vantaggi che provare paura può regalare a quasi tutti gli esseri viventi. Basti pensare ai nostri comportamenti, magari quando decidiamo di fare azioni un po’ più temerarie del solito: se non fosse la paura a tenere a bada le nostre scelte, rischieremmo di metterci in situazioni di grave pericolo che normalmente sono invece evitate proprio dai nostri timori. La paura di cadere, di scivolare su una pietraia, di non essere in grado di scendere una volta che ci siamo arrampicati è proprio quella sensazione che fa scattare un campanello d’allarme, che ci impedisce di andare oltre.
L’esperienza sul campo
Chiara Morosinotto è una ricercatrice che ha studiato il comportamento animale in molti luoghi e una di queste sue ricerche l’ha portata a interessarsi degli allocchi, del loro comportamento predatorio nei boschi della Finlandia. Per farlo ha trascorso molto tempo da sola, sapendo che la sua possibilità di restare in buona salute era dipendente, anche, dalla sua paura. Molte volte suscitata dal repentino attacco che questi rapaci notturni mettevano in atto nei suoi confronti, vivendola come un pericoloso predatore dal quale dovevano difendersi, piombandole in testa ad “artigli spiegati”. Comportamenti che non causavano danni solo grazie a uno speciale elmetto di protezione.
Un luogo comune da sfatare è che la paura sia uno stato emotivo tipico delle prede, ma assente nei predatori come gli allocchi.
Nella realtà non è così perché ogni essere vivente, che sia una preda oppure un predatore, ha le sue buone ragioni per avere paura: ognuno ha un nemico, qualcuno che potrebbe pensare di attaccarlo e anche di mangiarselo. Nel mondo naturale tutti abbiamo un potenziale avversario e nessuno sfugge alla sensazione di provare paura. Come dimostrano nella pratica le caratteristiche e i trucchi messi in atto da tantissime specie, molte delle quali sono costituite da pure finzioni, che però risultano sempre utili per sopravvivere, come l’esibire colori sgargianti per far credere ai nemici di essere animali molto velenosi.
Questo libro è davvero interessante, ma a tratti anche molto divertente, come si capisce subito leggendo la gustosissima prefazione in cui Davide, fratello di Chiara e a sua volta autore di libri, racconta la genesi della sua convivenza con la sorella, inizialmente ritenuta un inutile fardello del quale voleva convintamente disfarsi. Senza poter scordare la parte in cui racconta le ragioni che lo avevano spinto a voler asfaltare il polo, per creare un gigantesco parcheggio.
Si tratta di un libro per conoscere meglio il comportamento di molti animali e per rivalutare anche la paura, in tutte le sue diverse sfumature.
Un volume da leggere con tutta la famiglia per avvicinarsi sempre più al fantastico mondo naturale, grazie a una ricercatrice che trasuda passione da ogni poro, e che non potrà che coinvolgervi in questo suo viaggio fra scienza ed emozione.
“La paura del leone”
di Chiara Morosinotto e Davide Morosinotto
pagine 228, 16 Euro
Rizzoli