L’esperienza della pandemia, con tutto ciò che ha comportato, ha reso i nostri spiriti ancora più affamati di avventura, di scoperte, di vita all’aria aperta, di sensazioni e situazioni reali.
I film e le serie TV non sono abbastanza. Neppure i video su YouTube ci soddisfano come un tempo. Siamo stati messi alla prova, e chi di noi, sentendo la fame di “outdoor”, non ha desiderato essere là fuori e per il più lungo arco di tempo possibile?
Talvolta, però, le cose non vanno per il verso giusto e il desiderio di avventura può catapultarci in situazioni pericolose, di reale isolamento.
È quanto successo a due uomini e a una donna cubana, naufraghi su un’isola delle Bahamas dopo il rovesciamento della loro imbarcazione.
Le cattive condizioni meteo avevano, infatti, imperversato per ore, costringendo i tre a lasciare la barca per raggiungere a nuoto la terraferma più vicina.
Ed eccola, l’isola. Un piccolo atollo, l’ancora di salvezza. «Verranno a salvarci presto, è solo questione di ore. Teniamo duro» pensano i naufraghi.
La sopravvivenza dei naufraghi
Le ore passano. E ben presto, nonostante la bellezza idilliaca dell’isola, la fascinazione si fa sconforto.
Occorre cibo, occorre acqua. Occorre un riparo.
Occorre speranza, e forza di spirito.
Il cocco diventa la loro unica fonte di sostentamento. Prevale il buon senso, dato che i tre non possiedono nozioni di sopravvivenza.
Raccolgono, staccano, bevono e mangiano.
Si riparano come riescono, usando la vegetazione, facendosi caldo l’un l’altro quando di notte le temperature scendono.
«Si tratta di giorni. Verranno a prenderci. Sarà tutto finito poi».
Non era certo nelle loro previsioni rimanere sull’isola per trentatré giorni.
Non avevano alcuna ispirazione a diventare dei novelli Robin Crusoe.
Ma ce l’hanno fatta.
La Guardia Costiera, avvistando una sorta di bandiera improvvisata eretta dai naufraghi, li ha tratti in salvo.
E forse si sono girarti verso quella casa inospitale ma protettiva per l’ultima volta. Sensazioni contrastanti, tra sollievo e distaccamento.
Eppure vere.
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