Bombi, farfalle, api selvatiche, vespe, falene, sirfidi. Tutti impollinatori. Il WWF denuncia che oltre il 70% della biomassa di insetti volatori, appartenenti non solo alle specie più rare ma anche a quelle più comuni, è stata persa negli ultimi trent’anni in Europa a causa di un uso sconsiderato di pesticidi, del consumo di suolo, dell’inquinamento, dei cambiamenti climatici e della diffusione di parassiti e malattie.
Un danno enorme per l’ecosistema, a cui questi insetti forniscono un servizio fondamentale, l’impollinazione, da cui dipendono due terzi della frutta e della verdura che consumiamo quotidianamente. E un danno considerevole anche per la nostra salute, perché l’uso dei pesticidi immette nell’agricoltura sostanze tossiche persistenti e bioaccumulabili che avvelenano ogni anno, secondo i dati forniti dall’Organizzazione Mondiale della Sanità, circa 26 milioni di persone.
La campagna ReNature
Una sfida per la rigenerazione degli impollinatori e la riduzione dell’uso dei pesticidi è stata lanciata dal WWF con la campagna ReNature, che mette in campo azioni diffuse sia nelle Oasi WWF per habitat e impollinatori, sia in ambito agricolo, grazie alla collaborazione con aziende agroalimentari.
Una strategia che, in linea con quella europea, punta al ripristino della natura in porzioni significative del territorio, attraverso la destinazione del 25% dei terreni agricoli a colture biologiche e del 10% per la conservazione della biodiversità.
Bee hotel e campi fioriti
In Italia sono attualmente 15 le Oasi WWF dove gli impollinatori trovano nettare e rifugi dedicati. Come quella della Riserva Naturale Ripa Bianca di Jesi, nelle Marche, con 100.000 metri quadri di terreno seminati con fiori nettariferi, o la piccola Oasi degli Astroni, nel cuore verde di Napoli. E poi l’Oasi Lago di Alviano in Umbria, la laguna di Orbetello e l’Oasi di Burano in Toscana, Pian Sant’Angelo nel Lazio, Le Cesine in Puglia e Lago Preola in Sicilia. E ancora, le Valli dello Sporeggio, l’Oasi Ca Brigida vicino Rimini, il Parco Bel Poggio vicino Bologna e l’Oasi di Vanzago vicino Milano.
Un progetto tra i più interessanti per tutelare le api selvatiche e favorirne la proliferazione è Barro Bug Box, portato avanti dal WWF di Lecco con il Parco Regionale Monte Barro e Apilombardia, e con i coivolgimento di tanti volontari.
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