Il Ministro dell’Ambiente Gian Luca Galletti ha fatto intendere che la posizione sugli abbattimenti dei lupi non cambierà.
In occasione dell’incontro a Trento della Coldiretti, Galletti ha fermamente ribadito il proprio personale sostegno all’ipotesi di abbattimento, contenuta nella bozza del Piano di conservazione e gestione del lupo in Italia.
Secondo il Ministro, infatti, se il numero di lupi resterà eccedente sarà consentito ucciderne – ogni anno – fino al 5% del totale.
Questa affermazione ha scatenato l’indignazione della Lega anti vivisezione che, per voce del responsabile Area animali selvatici Massimo Vitturi ha precisato che l’affermazione del Ministro non ha alcun fondamento scientifico, dal momento che gli animali selvatici non sono mai eccedenti rispetto al territorio, ma sempre in equilibrio con le risorse che la zona offre loro.
“Uccidere i lupi non porta ad alcuna riduzione del conflitto con gli allevatori e questo è chiaramente dimostrato dall’esperienza francese – ha aggiunto Vitturi della Lav -. Nel territorio transalpino gli abbattimenti sono consentiti da anni e, tuttavia, questo non ha fatto diminuire le proteste degli allevatori. Abbiamo fornito al Ministro un documento sottoscritto dai maggiori ricercatori mondiali che spiega come gli abbattimenti non siano affatto utili a ridurre le predazioni, ma forse le richieste degli allevatori più estremisti contano di più”.
Un percorso lungo 45 anni
Proprio il prossimo 23 luglio ricorre l’anniversario della promulgazione del “Decreto Natali” che, 45 anni fa, riconosceva la piena tutela del lupo vietandone la caccia. Il rischio, se la bozza del Piano dovesse passare, è quello di fare un salto indietro di quasi mezzo secolo.
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