Dopo lunghe settimane di proteste è arrivato il verdetto da parte dell’Army Corps of Engineers: l’oleodotto Dakota Access cambierà percorso e non potrà attraversare i siti della Riserva degli Oglala Sioux di Standing Rock.
Secondo il sopralluogo effettuato dal genio militare statunitense, infatti, la costruzione in quelle terre dell’oleodotto sarebbe un grave azzardo ambientale e potrebbe avere un impatto devastante.
Inoltre, c’è il serio rischio che le falde acquifere utilizzate dai nativi americani vengano inquinate. Da qui la necessità di spostare il percorso dell’infrastruttura, che complessivamente dovrebbe avere una lunghezza di circa 2mila chilometri.
Per i sostenitori della protesta – che dura dallo scorso mese di aprile – si tratta di una vittoria. Tuttavia occorre grande cautela: è probabile che quest’ultima decisione venga rivista ancora una volta, come già dichiarato dallo stesso avvocato dei Sioux Jan Hasselman.
Se fossero stati seguiti i piani iniziali, il percorso Dakota Access Pipeline sarebbe andato a profanare gli antichi cimiteri delle popolazioni Sioux, tra i quali c’è anche la tomba del celebre Toro Seduto.
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