Non molto lontano da Roma c’è un luogo magico la cui ambientazione sarebbe degna delle migliori fiabe. il Giardino di Ninfa.
È situato nel territorio del comune di Cisterna di Latina, nel Sud della regione Lazio, e ha la struttura di un tipico giardino all’inglese. Nacque dall’idea di Gelasio Caetani nel 1921, nell’area della scomparsa cittadina medioevale di Ninfa, di cui oggi rimangono soltanto i ruderi, alcuni dei quali restaurati durante la creazione del giardino. Mentre si passeggia si ritorna letteralmente indietro nel tempo e, chiudendo gli occhi, si ha la sensazione di sentire ancora le voci degli abitanti e lo stridere del martello del fabbro.
La storia del Giardino di Ninfa
Il paese di Ninfa prese il suo nome da un tempio di età classica dedicato alle figure mitologiche delle Ninfe e che ancora oggi è presente su un isolotto del piccolo lago. La storia di Ninfa inizia già in epoca romana, ma allora si trattava solo di un piccolo centro agricolo. Durante la metà dell’VII secolo fu donato a Papa Zaccaria come segno di riconoscenza per aver contrastato l’avanzata dei Longobardi. In questo periodo la via Appia e la via Severiana divennero impraticabili per via dell’avanzamento della palude, tipica delle zone dell’agro pontino, e ciò comportò lo spostamento dei traffici commerciali sulla via pedemontana che transitava nei pressi di Ninfa. Questi due eventi segnarono una svolta per il paese che cominciò ad arricchirsi grazie alla gestione papale e all’imposizione di un pedaggio a chiunque volesse utilizzare la strada.
All’inizio del XII secolo, il controllo passò a Papa Pasquale II, il quale attraverso il Pactum Ninfensium affidò il borgo agli stessi abitanti in cambio di fedeltà alla chiesa. In seguito Ninfa fu ceduta alla famiglia dei Frangipane, i quali furono protagonisti di alterne vicende, positive e negative per la città, che si conclusero con un incendio e saccheggio della città da parte dei Barbarossa.
Durante il XIII secolo, Ninfa venne amministrata da Giacomo Conti, tuttavia alla fine del secolo la cittadina visse una fase convulsa che portò al potere, prima gli Annibaldi e poi la famiglia dei Colonna.
Con la salita al soglio pontificio di Bonifacio VIII la famiglia dei Colonna fu scomunicata e nel 1297, Pietro Caetani acquistò Ninfa. Ne derivò un periodo di grande prosperità che vide importanti iniziative: un rafforzamento delle mura, un ampliamento del castello, un muro di contenimento per le acque della vicina sorgente in modo tale da ampliare il piccolo lago già esistente. Inoltre, venne ampliato il palazzo comunale, costruiti nuovi mulini e due ospedali e si ebbero alcuni interventi per il risanamento della palude circostante. La famiglia Caetani, tuttavia, per problemi economici dovette vendere i suoi territori.
Nel 1369 Ninfa venne acquistata dai Caetani di Fondi, che saldò i debiti accumulati dai suoi predecessori, ma a causa di alcuni conflitti papali la città fu completamente rasa al suolo alla fine del 1300. Dopo questo episodio Ninfa non venne più ricostruita.
L’idea di istituire un giardino in quest’area la ebbe per la prima volta, nel XVI secolo, il Cardinale Nicolò III Caetani, il quale diede ordine di costruirlo nell’area di Ninfa ed era costituito semplicemente da due viali ad angolo retto e da due nicchie dalle quali fuoriusciva acqua, che poi si riversava nel fiume. Tuttavia, questo giardino cadde in rovina poco dopo la morte del cardinale alla fine del 1500.
La storia di Ninfa si fermò per alcuni secoli. Solo nel 1921 Gelasio Caetani iniziò la bonifica della zona e il restauro di alcuni ruderi per farne una residenza estiva. Contemporaneamente iniziò a piantare diverse specie botaniche che portava dai suoi viaggi all’estero e che, per via del clima favorevole della zona, si svilupparono benissimo. I lavori per l’allestimento del giardino proseguirono ad opera di altri membri della famiglia Caetani e negli anni trenta venne data la struttura classica del giardino all’inglese.
Leila Caetani fu l’ultima rappresentante della famiglia Caetani che, dopo oltre settecento anni estingueva il suo casato. Tuttavia, la donna, prima della sua morte diede vita alla fondazione “Roffredo Caetani di Sermoneta”, alla quale intestò il giardino e, a oggi, è ancora la fondazione a occuparsi del parco. Intorno al giardino, dal 1976, è stata anche istituita un’oasi del WWF per sostenere la flora e la fauna del luogo che le precedenti bonifiche avevano portato alla scomparsa. Nel 2000 l’area di Ninfa è stata dichiarata monumento naturalistico.
Le meraviglie botaniche
Il Giardino di Ninfa si estende per 8 ettari, ospita oltre un migliaio di piante ed è attraversato da numerosi ruscelli e dal fiume Ninfa nelle cui acque vive la Trota macrostigma, localmente conosciuta come Trota di Ninfa. Fra le specie botaniche è possibile osservare un noce americano (Juglans nigra), diversi meli (Malus spp.), un acero giapponese a foglia rosa (Acer palmatum), un faggio rosso (Fagus sylvatica purpurea), una bignonia gialla (Campis radicans flava), un gruppo di yucca (Yucca spp.), diversi roseti, un albero della nebbia (Cotinus coggygria) con delle infiorescenze a piumino rosa, diversi cedri (Cedrus spp.) e sul tronco di uno di questi è poggiata una tillandsia (una epifita che ricava il suo nutrimento dall’umidità dell’aria), diversi cipressi (Cupressus spp.), dei bellissimi alberi del corallo con fiori di colore scarlatto (Erithryna crista-galli), lavande (Lavandula spp.), ciliegi penduli (Prunus X subhirtella pendula rosea), un pino dell’Himalaya (Pinus roxburghii), dei banani (Musa spp.), un pino messicano (Pinus ayacahuite), un iberide (Iberis sempervirens), un papavero della California (Eschscholzia spp.), veroniche (Veronica spp.), l’alisso (Alyssum spp.), l’acquilegio (Aquilegia spp.), garofani (Dianthus spp.), la clematis sempreverde (Clematis armandii) a fiori viola, ortensie rampicanti, pioppi (Populus spp.), un boschetto di noccioli (Corylus spp.), un magnifico albero dei tulipani (Liriodendron tulipifera) e altre specie ancora.
Per quanto riguarda la fauna, l’agro pontino è sulla via di molte rotte migratorie e, pertanto, qui fanno tappa numerose specie aviarie fra cui alzavole (Anas crecca), germani reali (Anas platyrhyncos), canapiglie (Anas strepera), aironi (Ardea spp.), pavoncelle (Vanellus vanellus) e alcune specie di rapaci.
Il giardino ha da poco riaperto al pubblico, perché durante l’inverno non è possibile visitarlo. Solitamente si entra pochi gruppi per volta e solo sotto la guida di un esperto del parco, sia per preservare la bellezza del luogo, sia per la sicurezza dei visitatori.
È davvero un luogo incantato e una volta visitato non si vede l’ora di tornarci. In questo periodo è un’esplosione di vita, sia per le fioriture, sia per l’arrivo degli uccelli migratori.
E come sempre, vi auguro una buona passeggiata!
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