Non ve lo aspettereste, ma percorrendo la Basilicata ad un certo punto si apriranno alla vostra vista ampie distese di colline di argilla, a rendere il paesaggio quasi surreale. Il luogo per antonomasia, con una conformazione naturalistica assai suggestiva, è Aliano. Passeggiando tra i Calanchi argentei e brulli, sembra di gravitare sulla luna. Il piccolo borgo dai suoi belvedere offre alla vista paesaggi silenti. Quando il territorio è riarso dalla calura dell’estate, è invece il Festival ‘La luna e i Calanchi’ a dare al visitatore l’opportunità di viverli anche di notte, facendo da spettatore a momenti musicali o spettacoli teatrali, ambientati in questa cornice insolita. Sceneggiature senza tempo!
Qui visse Carlo Levi
Percorrendo i vicoletti di Aliano si respira un’atmosfera antica, dove il tempo sembra essersi fermato. Qui, la civiltà contadina ha riempito le pagine della storia, con i suoi usi e costumi, con le sue tradizioni, con la sua miseria, ma anche con il suo divenire che conduce fino ai tempi attuali. Un quadro chiaro e profondamente vissuto di questi luoghi, è stato dato da un magistrale Carlo Levi che ad Aliano visse, per quasi un anno, esiliato come oppositore al regime fascista. Medico e pittore rimase al confino per otto mesi, dal 30 settembre 1935 al 20 maggio 1936 quando, in seguito ad un atto di clemenza del governo fascista, poté ritornare nella sua città d’origine, Torino. Autore del celebre Cristo si è fermato a Eboli, il suo è il racconto mitico di un paese alle origini della sua civiltà. Ad Aliano tutto parla della sua permanenza. Il Parco Letterario dedicato all’importante autore italiano, comprende la Casa in cui abitò nel periodo del confino; la Pinacoteca dove sono esposte le fotografie e i documenti, che guidano il visitatore negli episodi che interessarono la sua vita e i dipinti che raccontano dei suoi moti d’animo e della sua vena artistica, dei personaggi che entrarono e rimasero nel suo cuore, della sua storia; il set cinematografico recentemente riallestito in ricordo del film Cristo si è fermato a Eboli, diretto da Francesco Rosi nel 1979 e ambientato ad Aliano.
Luogo di festival e tradizioni
Traendo ispirazione dai panorami e dalla suggestività del piccolo borgo e delle sue viuzze, dove dominano le antiche case di calce bianca, il paesologo Franco Arminio ha ideato l’evento che oggi è divenuto un attrattore per l’intera area della Basilicata, ‘La luna e i Calanchi’. Ogni anno, nel periodo estivo, tra i paesaggi emozionanti si ambientano iniziative musicali e teatrali, dopo una selezione accurata dei migliori talenti che stanno esplodendo in tutta l’area del Mediterraneo. Si tratta di un progetto ambizioso che se, da un lato studia un percorso creativo di valorizzazione della località, dall’altro si inventa un modo per rendere il passato e i suoi fatti storici, una realtà viva e operosa nel presente, coniugando arte e paesaggio naturalistico. E così la comunità che lo abita si riappropria delle sue radici e di quei ‘luoghi dell’anima’ che fanno parte del suo tessuto sociale e culturale.
Ispirandosi all’autenticità della propria storia e dei fatti che ad essa appartengono, la comunità alianese, per la prima volta, darà al visitatore l’opportunità di immergersi nel tempo in cui Carlo Levi visse nel piccolo borgo lucano. Nel suo centro storico, il 23 e 24 settembre, sarà ambientata la prima edizione del ‘Piccolo Festival delle Radici’, per rivivere antiche atmosfere magiche. L’iniziativa è stata ideata dall’Associazione ‘Borghi Autentici d’Italia’ e dal Club ‘Amici dei Borghi Autentici’.
Soffia il vento tra i Calanchi. Caldissimo d’estate e animato solo dal canto delle cicale e dal frinire degli instancabili grilli. Odori selvatici tra le sue distese di ulivi e profumi inconfondibili inebriano le narici, nel periodo mite della primavera. Silenzioso e calmo è Aliano nei mesi invernali, quando la pioggia battente trasforma i suoi Calanchi in ombre nere, che sembrano attori di uno spettacolo senza fine.
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