Ora è ufficiale: gli Stati Uniti sono intenzionati a rinunciare agli accordi sul clima sottoscritti nel 2015 alla Conferenza di Parigi sui cambiamenti climatici (Cop21) e a non abbandonare la propria dipendenza dai combustibili fossili. Il presidente eletto Donald Trump ha anche annunciato l volontà di rinegoziare un accordo più equo.
Un ultimo schiaffo alle politiche ambientali di Barack Obama e che avrà pesanti ripercussioni su tutto il Pianeta. Gli Stati Uniti, infatti, sono il primo paese al mondo per emissioni di CO2.
Ritorno al carbone
Che Trump fosse poco propenso a rispettare gli accordi di Parigi lo si era già intuito nel corso del G7, tenutosi la scorsa settimana a Taormina. Dietro la scelta di non abbandonare i combustibili fossili c’è la volontà di strizzare l’occhio alla Rust Belt (letteralmente , cintura di ruggine – ndr), la regione degli Stati Uniti che va dai Grandi Laghi alla parte alta del Midwest, un tempo cuore industriale della super potenza oggi in pesante declino e dove The Donald gode di ampi consensi.
Secondo Trump, l’accordo impone dei costi a danno dell’economia e della crescita del lavoro statunitense , mentre è meno vincolante per altri Paesi quali, ad esempio, la Cina.
La reazione europea
«L’Accordo di Parigi rimane una pietra angolare della cooperazione tra i nostri paesi per affrontare efficacemente e tempestivamente i cambiamenti climatici e per attuare gli obiettivi di sviluppo sostenibile dell’Agenda del 2030 – si legge nella nota congiunta di Angela Merkel, Emmanuel Macron e Paolo Gentiloni -. Crediamo fermamente che l’accordo di Parigi non possa essere rinegoziato, in quanto strumento vitale per il nostro pianeta, le società e le economie. Siamo convinti che l’attuazione dell’accordo di Parigi offra grandi opportunità economiche per la prosperità e la crescita nei nostri paesi e su scala globale».
Il presidente della repubblica francese Macron ha anche detto che: «Sul clima non esiste un piano B, perché non esiste un pianeta B».
Cosa prevedono gli accordi
L’obiettivo siglato nel corso della Cop21 di Parigi è quello di mantenere l’innalzamento delle temperature entro il grado e mezzo fino al 2020. Il documento prevede anche incentivi alle forme di energia rinnovabili, che dovrebbero andare a rimpiazzare l’utilizzo di carbone e petrolio.
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