Due società attive nella divulgazione ambientale (CDP) e nella consulenza manageriale (Oliver Wyman) hanno realizzato un’analisi dei risultati finora ottenuti in Europa in seguito agli Accordi di Parigi sul clima e hanno mostrato come i progressi fatti dalle economie del G7 contro i cambiamenti climatici siano ancora insufficienti, tanto che i traguardi prefissati in vista della COP27 appaiono sempre più fuori portata.
Unica nota positiva (per noi italiani) è che le aziende del nostro Paese risultano essere le più virtuose in Europa per il contenimento delle temperature, con +2,2 °C rispetto a + 2,4 °C del computo totale.
Gli obiettivi appaiono ancora molto lontani
Sulla base degli attuali obiettivi di riduzione delle emissioni delle imprese, nessun Paese del G7 ha un settore della propria economia in grado di decarbonizzarsi abbastanza velocemente per raggiungere l’obiettivo auspicato di +1,5 °C. Anzi, il Paesi del G7 nel loro insieme raggiungerebbero un innalzamento globale delle temperature di 2,7 °C, che addirittura peggiorerebbe la situazione rispetto allo status quo di Parigi.
Secondo il rapporto, le società italiane e tedesche sono quelle che hanno fatto i maggiori passi avanti (+2,2 °C).
Le due nazioni leader sono seguite dalla Francia, dal Regno Unito e dagli Stati Uniti (+ 2,8 °C), mentre le aziende canadesi sono le peggiori del G7, con 3,1 °C.
I “temperature ratings”
Lo studio si basa sui “CDP temperature ratings”, che sono degli strumenti scientifici che trasformano gli obiettivi delle imprese per la lotta ai cambiamenti climatici in un rating numerico.
Questi rating vengono poi aggregati e ponderati in base alle emissioni per definire il riscaldamento globale di un Paese.
Un aspetto chiave che emerge da questa ricerca è la chiara e consistente virtuosità delle società europee rispetto a quelle nordamericane e asiatiche in tutti i settori.
Laurent Babikian, Global Director Capital Markets di CDP, ha dichiarato: «Il fattore più importante per una rapida riduzione delle emissioni in linea con l’Accordo di Parigi è la definizione di obiettivi ambiziosi. Non è accettabile per nessun Paese, tanto meno per le economie più avanzate del mondo, avere settori che mostrano ancora un’ambizione così scarsa».
James Davis, Partner per i servizi finanziari di Oliver Wyman, ha aggiunto: «L’analisi mette in luce grandi differenze nell’ambizione e nella volontà delle aziende di combattere i cambiamenti climatici, e l’urgente necessità di diffondere le best practice in modo più ampio e rapido se vogliamo avere una possibilità di ridurre le emissioni per raggiungere gli 1,5 °C, un obiettivo la cui importanza è stata sottolineata dai recenti fenomeni meteorologici estremi»