Alla fine hanno vinto gli interessi di mercato: l’ICCAT – la Commissione Internazionale per la Conservazione del Tonno Atlantico – ha dato il via libera all’aumento delle quote di cattura del tonno rosso, fissando la nuova soglia a 36.000 tonnellate entro il 2020. Si tratta di un aumento del 50% rispetto al contingente attuale, che si attesta intorno alle 23.655 tonnellate.
Il nuovo ammontare fa registrate anche un record in negativo: è la più elevata cattura mai consentita per il tonno rosso, specie che gli scienziati considerano ancora a rischio.
Pareri contrari alla decisione sono stati espressi dal WWF, che teme che il decennio di sforzi per la conservazione della specie possa venir vanificato da una decisione poco lungimirante. «C’è grande disappunto per il fatto che l’ICCAT abbia scelto il profitto economico a breve termine, mentre speravamo in una vittoria di conservazione a lungo termine – ha dichiarato Alessandro Buzzi, responsabile dei progetti sulla pesca del WWF –. Abbiamo combattuto 10 anni per salvare il tonno rosso, siamo così vicini alla ripresa che è incomprensibile vedere la Commissione fare passi indietro».
Nessun limite di cattura neppure per lo squalo mako
La Commissione non ha stabilito neppure i limiti di cattura per lo squalo mako, la cui popolazione è a rischio di collasso. «Troviamo davvero assurdo che non sia stata intrapresa alcuna azione per lo squalo mako del Sud Atlantico e che non ci siano stati miglioramenti per le già deboli misure esistenti per gli stock di verdesca», ha aggiunto l’associazione ambientalista.
Ma una nota positiva c’è: per la prima volta l’ICCAT ha previsto norme per il controllo delle catture per il tonno alalunga del Nord Atlantico.
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