Si è “celebrato” in questi giorni il 25esimo anniversario di Mani Pulite: il 17 febbraio del 1992 l’arresto di Mario Chiesa diede il via alla stagione che travolse la cosiddetta Prima Repubblica.
Tempo fa in molti avremmo aggiunto “e che cambiò la storia d’Italia”. A distanza di un quarto di secolo invece bisogna riconoscere che il problema della corruzione nel nostro Paese è anche più forte di allora.
Le criticità restano in gran parte le stesse del 1992, ma in una versione aggiornata, 2.0.
Le segreterie dei partiti non sono più lo snodo centrale nella gestione dei finanziamenti illeciti e delle tangenti. Adesso i soldi sporchi passano di mano in mano attraverso un sistema più complesso che accomuna consorterie trasversali, bande criminali e singoli politici e imprenditori privi di ogni scrupolo.
Giorni fa ho sentito un importante uomo delle istituzioni pronunciare – non senza sconforto – una triste quanto scontata verità: un tempo ci si avvicinava alla politica per dare risposte ai bisogni della gente, oggi sembra che alla politica si avvicini solo chi deve soddisfare i propri bisogni.
Assistiamo tutti attoniti e rassegnati. Sappiamo, ma non possiamo dire.
Sappiamo.
Sappiamo i nomi dei responsabili di quella che ogni volta viene chiamata “nuova tangentopoli” e che in realtà è una serie di “tangentopoli” istituitasi a sistema dentro i centri del potere.
Sappiamo perché la fiera dei corrotti non si può fermare.
Sappiamo perché tutti ogni volta invocano l’emergenza cantieri.
Sappiamo che lo Stato non è più forte dei ladri, perché i ladri sono anche dentro lo Stato.
Sappiamo che faccia hanno i corruttori seriali.
Sappiamo che, mentre molti si indignano, si consumano feste e festicciole per sostenere i candidati alle prossime elezioni dove si vedono facce che nessuna persona per bene inviterebbe a casa propria.
Sappiamo perché il consumo di suolo non si arresta mai per davvero.
Sappiamo i nomi dei potenti che sono sempre pronti a ricostruirsi una verginità.
Sappiamo i nomi di coloro che assicurano protezione a vecchi e giovani faccendieri.
Sappiamo i nomi dei personaggi grigi che non si espongono mai, ma avvelenano le nostre vite.
Sappiamo tutti questi nomi e sappiamo tutti i fatti di cui si sono resi colpevoli.
Sappiamo. Ma non abbiamo le prove. Non abbiamo nemmeno indizi.
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