Ci si domanda dove andranno a finire le batterie dei primi veicoli elettrici e ibridi che, finito il loro ciclo di vita, stanno ora per essere rottamati. Trovare una soluzione efficace e che tuteli l’ambiente è quanto mai urgente, visto che si calcola che entro il 2025 il numero delle batterie di veicoli elettrici supererà i 3,4 milioni. Quest’anno, secondo le stime di Bloomberg, sono circa 55.000. Le automobili hanno già superato l’elettronica di consumo come maggiori utenti di batterie agli ioni di litio. La messa in pratica della cultura del “riuso”, concetto fortemente sinergico a quello di “riciclo”, è fondamentale per non dover immediatamente smaltire quantità enormi di materiali potenzialmente tossici e dannosi.
La seconda vita delle batterie
In un’auto elettrica, il calo delle prestazioni per una batteria è significativo dopo circa 10 anni e si manifesta con una minore autonomia di percorrenza e la necessità di ricariche più frequenti.
Ma le batterie agli ioni di litio utilizzate sulle auto elettriche e ibride sono molto longeve: dopo aver terminato il loro gravoso utilizzo sulle auto, sono ancora in grado di funzionare efficacemente per altri 7-10 anni come accumulatori di elettricità in impieghi meno intensi, una seconda vita “più tranquilla” rispetto al traffico delle nostre città!
Non più in grado di far muovere un’automobile, queste sono ideali per attività meno impegnative, come immagazzinare elettricità da pannelli solari e turbine eoliche o accumulare energia dalla rete negli orari in cui i prezzi sono più bassi. Una batteria agli ioni di Litio mantiene circa il 50-70% della sua capacità di alimentazione al momento della rimozione dall’auto, ha affermato Tom Zhao, amministratore delegato delle vendite del gruppo produttore di batterie BYD. «Se non le riutilizzi, sarebbe uno spreco enorme» ha commentato.
Si apre un nuovo mercato
La soluzione del riuso, inoltre, non solo terrebbe fuori dalle discariche le batterie, ma ridurrebbe anche il costo delle auto elettriche se le Case automobilistiche potessero rivendere sul mercato le batterie in disuso.
«Le case automobilistiche hanno un problema imminente, che stiamo già iniziando a vedere: come smaltire l’enorme volume di batterie» ha dichiarato Johan Stjernberg, amministratore delegato di Box of Energy AB, una società svedese che lavora con Porsche e Volvo. «Il mercato del riuso ha potenzialità enormi e sono tante le applicazioni di seconda vita per gli accumulatori».
General Motors, BMW e Toyota si stanno confrontando con una serie di fornitori di energia rinnovabile per creare un mercato postvendita e profitti extra per questi dispositivi di accumulo di energia elettrica, che solo recentemente sono entrati al centro della propria attività produttiva.
«La logica che ci guida è quella dell’economia circolare» ha dichiarato Cecile Sobole, responsabile del programma dei veicoli elettrici di Renault. «La batteria proveniente dal veicolo elettrico diventerà sempre più parte della filiera complessiva dell’energia».
Non è dello stesso parere il più grande produttore americano di auto elettriche, la Tesla, che ha dichiarato che le sue batterie probabilmente non saranno adatte a un nuovo compito dopo 10-15 anni di utilizzo e si sta, invece, concentrando sul recupero delle materie prime.
Giappone all’avanguardia
Nella loro vita da “pensionate”, le batterie delle auto elettriche potranno raffreddare birra, grigliare salsicce, far funzionare gli ascensori e le luci nelle aree comuni di un palazzo. In Giappone, le batterie usate delle Nissan Leaf aiuteranno presto a illuminare le strade della città costiera giapponese di Namie, che si sta riprendendo dal disastro del 2011 nella vicina centrale nucleare di Fukushima. La Toyota installerà le batterie ritirate dell’ibrida Prius negli shop 7-Eleven per accumulare energia dai pannelli solari da riutilizzare quando necessario per far funzionare i frigoriferi delle bevande, le friggitrici e le griglie all’interno dei negozi.