Ogni inverno ci riserva la “poco sorpresa” della scoperta dell’inquinamento dell’aria nelle nostre città. Alta pressione, inversione termica, scarsa ventilazione fanno sì che CO2, NOx, polveri sottili e tutto quello che versiamo nell’atmosfera ristagni a bassa quota e ci faccia superare i livelli di soglia stabiliti dalle norme a tutela della nostra salute.
Le città (dalle metropoli come Milano, Roma, Torino, Firenze a quelle più piccole) devono – in ordine sparso – mettere in atto i propri Piani o Protocolli antismog. Si tratta sempre di provvedimenti tampone, emergenziali, attuati per non incorrere nelle sanzioni europee e sotto la spinta di sparute (ma attive) associazioni di cittadini.
Si parte con il blocco dei diesel più obsoleti… fino ad arrivare in extremis alle “domeniche ecologiche” a piedi. Perdono terreno, vista la loro assoluta inefficacia, le targhe alterne.
In caso di sforamento prolungato delle soglie, si provvede anche a porre dei limiti al riscaldamento degli edifici pubblici e privati. Vengono via via introdotti il limite a 18-19 gradi (con tolleranza di 2 gradi) per le temperature medie nelle abitazioni e negli esercizi commerciali; la riduzione di 1 grado (o di 1 ora del funzionamento) del riscaldamento degli edifici pubblici, il divieto dell’utilizzo di impianti domestici alimentati a legna, il divieto di utilizzo di caminetti aperti…
Condomini nel mirino
Poiché nelle città una grande parte delle emissioni sono attribuibili ai riscaldamenti degli edifici e preso atto della procedura di infrazione avviata dalla Commissione europea nei confronti dell’Italia per il non corretto recepimento della Direttiva UE sull’efficienza energetica, il D.Lgs. 1022014 ha stabilito nuove regole per il risparmio energetico.
In particolare, il Decreto ha introdotto l’obbligo di installazione dei sistemi di contabilizzazione e termoregolazione dei consumi individuali per il riscaldamento e l’acqua calda sanitaria nei condomini con impianto centralizzato di riscaldamento. L’installazione delle valvole termostatiche offre la possibilità di avere calore solo dove e quando serve e permette di ridurre il consumo di combustibile necessario a produrlo. Queste valvole, installate sui caloriferi regolano automaticamente l’afflusso di acqua calda in ciascun termosifone, sulla base alla temperatura scelta e impostata nella manopola graduata. La valvola si chiude quando la temperatura della stanza si avvicina a quella desiderata, dirottando l’acqua calda verso gli altri radiatori. Il decreto punta a rendere più sostenibili ed efficienti energeticamente gli immobili, con un risparmio energetico che si traduce anche in una riduzione delle emissioni di CO2 fino al 50%.
L’obiettivo principale è di rispettare il Protocollo 20-20-20 che prevede entro il 2020 di ridurre del 20% le emissioni di gas serra, alzare al 20% la quota di energia ricavata da fonti rinnovabili e portare al 20% il risparmio energetico. Inoltre, abbassando la temperatura generale di un solo grado, dai 21 ai 20, si otterrebbe un risparmio annuo fino al 20%.
Scadenze e sanzioni
Con la fine dell’anno è arrivato alla scadenza finale l’obbligo di l’installazione su ciascun termosifone del proprio appartamento delle valvole termostatiche e del contabilizzatore fissato sul termosifone, che quantifica il calore effettivamente consumato.
Il 31 dicembre 2016, infatti, è il termine ultimo per l’installazione di questi dispositivi. Per i proprietari che non si fossero adeguati è prevista una multa da 500 a 3.000 euro.
A poche ore dalla scadenza, non tutte le strutture residenziali italiane si sono adeguate e, se il trend attuale venisse confermato, occorreranno altri 2 o 3 anni perché tutti gli immobili siano messi in regola.
Nella sola Lombardia, per esempio, la disposizione coinvolge 180mila impianti termici e quasi due milioni di utenze. In vista della scadenza c’è stata un’impennata di richieste progettisti, installatori e fornitori di componentistica hanno dovuto affrontare una mole di domande più che raddoppiata rispetto al passato. Chi si è deciso dopo ottobre ha dovuto anche fare i conti con impianti di riscaldamento già in funzione, con tempi d’intervento più lunghi e disagi per gli inquilini.
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