La malattia di Lyme potrebbe diffondersi maggiormente anche in Europa, e questo a causa dei cambiamenti climatici e del progressivo aumento delle temperature che favoriscono il proliferare delle zecche, vettori di questa malattia, nelle regioni settentrionali.
A darne notizia è uno studio condotto dal Norwegian veterinary institute e pubblicato sulla rivista scientifica Nature.
Di cosa si tratta
La malattia di Lyme è trasmessa dalla puntura delle zecche e provocata dal batterio spiraliforme Borrelia burgdorferi. Segnalata per la prima volta nel 1975, la malattia porta il nome della cittadina di Lyme, in Connecticut, dove si registrò la prima epidemia.
I sintomi della malattia – che generalmente si contrae in boschi e prati – sono affaticamento, febbre e dolori articolari, accompagnati dalla presenza di eritemi cutanei. Nei casi più gravi, la malattia di Lyme può portare all’insorgenza di disturbi neurologici e cardiaci.
Secondo quanto recentemente riportato dal New York Times, negli Usa la malattia di Lyme è la patologia infettiva che si diffonde più rapidamente dopo l’Aids.
In un recente report, anche l’Organizzazione mondiale della sanità ha messo in guardia sulle patologie trasmesse dalle punture di insetti. Per numero di casi, infatti, la malattia di Lyme è seconda solo alla malaria tra le patologie trasmesse da un vettore artropode.
La diffusione in Italia
In Italia il primo caso risale al 1983, in Liguria. Le regioni più colpite – ad oggi – sono Friuli Venezia Giulia, Liguria, Veneto, Emilia Romagna e Trentino Alto Adige.
Nelle regioni meridionali e insulari, invece, le segnalazioni di casi legati alla malattia di Lyme risultano poche e sporadiche.
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