L’Ottocento è stato il secolo della definitiva consacrazione della paleontologia come scienza del tutto a sé stante, un’affascinante dottrina in grado di svelare al grande pubblico i misteri del passato della vita sulla Terra. Ciononostante, il XIX secolo è stato anche testimone di alcune delle più gravi frodi in ambito scientifico e, in particolare, i fossili sono stati frequentemente protagonisti di questi inganni.
Correva l’anno 1840 quando un contadino del Missouri scoprì nei suoi terreni i resti fossili di una gigantesca creatura del passato. Ben presto Albert Koch, uno showman di origini tedesche, venne a conoscenza del ritrovamento e acquistò le ossa dal suo scopritore, insieme al permesso di scavare nei suoi campi alla ricerca di ulteriori resti fossili. Assemblando le ossa portate alla luce, venne ricreato il maestoso Missourium, o Missouri Leviathan: un gigantesco animale di nove metri di lunghezza per cinque di altezza, dotato di due terribili zanne orientate all’infuori con cui assaliva le prede lateralmente. L’impressionante creatura fece ben presto un tour delle più importanti città americane, dove per vederla da vicino occorreva pagare un prezzo salato. Poi arrivò a Londra, dove il biglietto d’ingresso costò uno scellino, cifra altissima per i tempi.
La cosa non passò inosservata al celebre anatomista inglese Richard Owen, a capo del museo di Storia naturale di Londra. Pur sospettando di trovarsi dinanzi a una frode lo scienziato, spinto dalla curiosità, acquistò il gigantesco reperto per il museo. Richard Owen conosceva alla perfezione la paleontologia e la natura del gigante del passato gli fu chiara da subito: si trattava di un ben più piccolo mastodonte a cui erano state aggiunte alcune costole extra provenienti da altri esemplari e spessori in legno per aumentarne ulteriormente le dimensioni. Le zanne, in origine rivolte verso l’alto, erano state ruotate per farlo apparire un temibile predatore. Oggi lo scheletro del mastodonte, ricostruito a regola d’arte, è ancora esposto al museo londinese, che è la più grande eredità lasciata da Owen ai posteri.
Nonostante la competenza, lo scienziato inglese non fu comunque un esempio di correttezza: venne espulso dalla Royal Society con l’accusa di plagio, visto che si prese spesso il merito delle scoperte fatte da altri scienziati, in particolare dal collega Gideon Mantell, noto per essere stato il primo studioso a esaminare lo scheletro di un dinosauro.
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