Se è la prima la categoria che vi interessa non potete perdervi la mostra Bestiale! Animal film stars visitabile fino all’8 gennaio presso il Museo del Cinema di Torino. Da Rin Tin Tin a Lassie, passando da King Kong alla tigre di “Vita di Pi”, una carrellata di star a quattro zampe, alcune vere, altre frutto di complesse elaborazioni multimediali o animatronics, di ieri e di oggi, ma comunque degne del tappeto rosso di Hollywood.
Alcuni di questi animali-attori, infatti, sono diventati vere e proprie icone, famosi quanto Robert de Niro, nonché ultrapremiati. Tra questi, per esempio, Uggie il piccolo protagonista del film “The artist”, mancato un paio d’anni fa, la cui lunga carriera (aveva recitato in 8 film) gli ha fruttato un “Collare d’oro” a Hollywood e un “Palm Dog” a Cannes, riconoscimenti attribuiti ai più meritevoli cani del cinema.
Non solo cani però, i protagonisti della mostra sono tanti (270 per l’esattezza) come Orangey il gatto di Colazione da Tiffany, il quale pare avesse addirittura due guardie del corpo, e il maialino Babe che nella realtà è stato interpretato da 48 porcelline diverse che, crescendo molto in fretta, si sono alternate via via sul set.
In totale sono oltre 440 i pezzi esposti a Bestiale, suddivisi in 10 categorie, tutti riguardanti film con animali come la famosa giacca strappata dagli “Uccelli” del film di Hitchcock, i bozzetti del film “L’orca assassina” e altre chicche provenienti direttamente dai set cinematografici. E se la prima parte della mostra punta i riflettori sugli attori in carne e ossa (e pelo), la seconda porta a riflettere sul loro ruolo e cioè sulla loro presunta recitazione. Esiste davvero una recitazione animale? E come hanno inciso su questo mondo le nuove tecnologie? Probabilmente ci hanno mostrato animali sempre più simili a noi o a come noi li vorremmo che, spesso, portano a confondere realtà e cinema di fantasia. Un esempio? L’orca Keiko protagonista di “Free Willy”, liberata da un delfinario nel film come nella realtà, grazie a milioni di dollari di donazioni, non sopravvisse in natura se non pochi mesi.
Insomma, non sempre le zucche si trasformano in carrozze, soprattutto per gli animali.
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