Doppie scuse per questa entrata a gamba tesa in un settore dove altri colleghi ben più esperti di me si avventurano con competenza. Sto parlando di automobili e in particolare dello scandalo delle emissioni truccate.
Nei giorni scorsi i maggiori quotidiani nazionali, dal Corriere a Repubblica passando per La Stampa, hanno diffuso la notizia che le indagini si stanno allargando. Negli Usa sarebbero 28 i modelli diesel sottoposti a controlli, appartengono tutti a celebri marchi come Bmw, Chrysler, General Motors, Land Rover e Mercedes-Benz. Sempre bene in evidenza nei titoli, occhielli e sommari dei vari articoli c’è anche Volkswagen, la casa automobilistica su cui si è abbattuto il ciclone dieselgate.
Nessuno dei giornali sopra citati ha ritenuto necessario ricordare ai lettori che Chrysler da gennaio 2014 appartiene al gruppo Fca: Fiat Chrysler. Pare appropriato in un caso simile ricorrere alla nota espressione: “A pensar male degli altri si fa peccato ma spesso ci si indovina”.
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