La Norvegia deve immediatamente interrompere le sue attività commerciali legate alla caccia alla balena e assicurarsi che le carni di questo cetaceo non transitino nei porti dell’Unione. È questo quanto richiesto dagli eurodeputati con una risoluzione approvata dall’assemblea plenaria di Strasburgo del Parlamento Europeo.
Tuttavia è bene ricordare che, non facendo parte dell’Unione Europea, la Norvegia non è a rischio sanzioni.
Aumentate le quote per questa stagione
Lo stato scandinavo è il maggior cacciatore di balene al mondo. Secondo le stime, dal 1986 – anno della moratoria dell’International Whaling Commission sul commercio di balena – sono state uccise dalle navi norvegesi oltre 13mila balene.
Nonostante il richiamo del Parlamento Europeo, la Norvegia ha fatto sapere di avere portato la quota di animali cacciabili nel 2017 da 880 a 999 individui. Una cifra enorme, che segue il trend della richiesta di carne di balena, in costante aumento nel Paese.
Il 90% delle balene uccise erano femmine gravide
Secondo i dati dell’associazione animalista Whale and Dolphin Conservation (WDC), che da tempo si batte affinché lo stato scandinavo dica basta alla caccia alla balene, il 90% degli animali arpionati erano femmine in stato di gravidanza.
«Questo accade perché le femmine incinte nuotano più lentamente e dunque sono più facili da catturare», ha detto la portavoce Astrid Fuchs.
Inoltre, le associazioni animaliste hanno puntato il dito contro la caccia cruenta delle baleniere norvegesi. In media, dal momento in cui le balene vengono arpionate alla morte passano quasi sei ore. Un’inutile crudeltà, che aggrava ancor più le sofferenze dei cetacei.
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