Bere una tazzina di caffè oppure gustarsi un bicchiere di vino potrebbe diventare un lusso. La produzione degli alimenti di uso comune, tra i quali rientrano anche farina, cacao e vino, è a rischio.
Lo studio pubblicato sulla rivista scientifica Nature fa emergere come, a causa dell’innalzamento delle temperature globali, alcune colture potrebbero fare registrare un brusco calo. E’ il caso del tasso di crescita del mais e del grano che, se la temperatura dovesse aumentare anche solo di un grado celsius, diminuirebbe su scala globale del 7%. A risentirne del surriscaldamento globale sarebbero anche piante come il ciliegio, la cui impollinazione è particolarmente delicata, e le colture di caffè, già minate in questi anni da infezioni e funghi che hanno colpito le piantagioni brasiliane.
E se il continente Europeo risultasse toccato solo in misura marginale dal fenomeno, lo scenario avrebbe tinte decisamente più cupe per l’Australia e la California dove, se il termometro dovesse continuare a salire, entro il 2050 è stimata una riduzione del 70% delle zone adatta alla coltivazione di vite.
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