Se la storia della plastica ha inizio attorno al 1860, quando venne brevettato il primo materiale semisintetico derivato dalla cellulosa, è solo dagli anni ’30 che il petrolio è diventato la materia prima per la produzione delle materie plastiche. Nell’arco di poche generazioni, un materiale sintetico che non esisteva in natura è arrivato a riempire la terra e gli oceani, rappresentando un pericolo mortale per l’ecosistema e per gli esseri viventi. Si stima che ogni anno finiscano negli oceani 8 milioni di tonnellate di plastica e, secondo le Nazioni Unite, se non si interviene subito nel 2050 nel mare ci sarà più plastica che pesci.
Alla ricerca di soluzioni industriali
In occasione del convegno Plastic Free Sea, organizzato da Legambiente al Museo Civico di Zoologia di Roma, è stata presentata la prima tecnologia ambientale verificata in Italia da Certiquality, nell’ambito del programma ETV (Environmental Technology Verification) per verificare le tecnologie innovative in campo ambientale. L’ETV permette di creare un protocollo di verifica che aiuta i produttori e gli acquirenti a basare le proprie decisioni di finanziamento o di acquisto su informazioni validate e affidabili.
I risultati dei test di biodegradazione marina effettuati sul MATER-BI, la famiglia di bioplastiche Novamont biodegradabili e compostabili, hanno confermato alti livelli di biodegradazione raggiunti in tempi relativamente brevi (meno di 1 anno). Il rischio ambientale causato da un prodotto rilasciato in mare viene diminuito da una biodegradazione veloce, che riduce il tempo di permanenza del prodotto introdotto nell’ambiente.
L’utilizzo delle plastiche biodegradabili per applicazioni dove il rilascio ambientale è probabile o inevitabile (per esempio, l’allevamento delle cozze) si rivela molto promettente per combattere il marine litter.
Se tutti nel nostro piccolo…
La piattaforma inglese di fornitura uffici e smart working Desk.co.uk ha lanciato una campagna per l’abolizione delle bottigliette di plastica negli uffici che, se attuata, porterebbe da oggi al 2020 all’eliminazione di 3,9 miliardi di bottiglie nel solo Regno Unito. Il portavoce della società, Jonathan Ratcliffe, ha calcolato che se tutti utilizzassero in ufficio un bicchiere di vetro per prendere acqua dal rubinetto, si risparmierebbero 156 mila tonnellate di plastica all’anno.
E secondo RecycleNow, una famiglia inglese consuma in media 480 bottiglie di plastica all’anno.
Cosmetici senza plastica
In Italia, le associazioni ambientaliste hanno lanciato un appello, già sottoscritto da molte personalità del mondo della ricerca scientifica, dello spettacolo, dello sport, del mondo produttivo e dai rappresentanti delle aree protette italiane, per l’approvazione della legge che vieta le microplastiche nei cosmetici.
Tra i primi firmatari di #FaidaFiltro troviamo Piero Angela, Giovanni Soldini, Luca Mercalli, Andrea Camilleri.
Secondo l’indagine preliminare di MedSharks/CleanSeaLife sulla presenza di microplastiche nei cosmetici in vendita in Italia, risulta che tantissimi saponi, creme, gel, dentifrici contengono al proprio interno frammenti o sfere di plastica di dimensione inferiori a 5 millimetri. L’industria cosmetica utilizza, infatti, microplastiche come agente esfoliante o additivo in diversi prodotti di uso quotidiano. Quello che molti consumatori ignorano è che queste microplastiche non vengono trattenute dai sistemi di depurazione e finiscono così direttamente in mare. Le microplastiche generano un inquinamento incalcolabile e irreversibile.
Il rischio è anche che, attraverso la catena alimentare, pesci e molluschi contaminati da plastica possono finire sulle nostre tavole. La campagna #FaidaFiltro è sostenuta da Marevivo, Legambiente, Greenpeace, Lav, Lipu, MedSharks e WWF.
Premiate due start-up italiane per un mare plastic free
Si è concluso con la premiazione delle start-up selezionate il primo contest mai realizzato in Italia dedicato ai progetti d’innovazione per diminuire l’impatto dei rifiuti plastici nell’ecosistema marino. Il vincitore della IH Fellowship on Ocean Cleanup, lanciata da Impact Hub Milano e WWF insieme a Bvlgari, è Gr3n, impresa che ha sviluppato una tecnologia che permette il riciclo chimico di alcune plastiche. È stato selezionato anche il runner-up SEADS (Sea Defence Solution), la cui soluzione mira a prevenire il problema dell’inquinamento dei mari installando delle barriere nei fiumi.
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