Due questioni apparentemente distanti come il Coronavirus e la plastica in mare hanno in realtà qualcosa in comune: la sottovalutazione del problema da parte dell’uomo.
Il Coronavirus a gennaio era lontano
Nelle prime settimane di gennaio, 8000 km ci separavamo da un virus 10 milioni di volte più piccolo della teglia da pizza che ci tiene compagnia in queste lunghe giornate casalinghe. Una distanza esorbitante che, inconsciamente, ha trasmesso a molti di noi un falso senso di sicurezza. Ora, purtroppo, sono quelle settimane di gennaio a sembrarci così lontane.
Anche il problema della plastica in mare oggi ci sembra lontano
Se adesso ripensiamo all’inquinamento da plastica in mare, non proviamo forse lo stesso falso senso di sicurezza? Insomma, nessuno di noi vede raccogliersi davanti alla propria spiaggia preferita milioni di tonnellate di rifiuti plastici. Tutt’al più ciò sta succedendo nel lontanissimo cuore dell’Oceano Pacifico. Lasciamo a voi calcolarne la distanza stavolta.
Consapevoli con il Progetto #Batti5
Non possiamo concederci il beneficio del dubbio e pensare che, forse, il problema plastica non ci riguardi. Soprattutto se l’origine del problema è l’uso sconsiderato che ne facciamo. Ma, allo stesso tempo, possiamo scegliere di diventare noi stessi la soluzione. Per questo motivo Worldrise ONLUS porta avanti, dal 2014, il progetto #Batti5 con l’intento di sensibilizzare i più giovani sulle problematiche legate all’inquinamento della plastica in mare. Ad oggi, sono quasi 2000 i bambini che sono stati accompagnati dagli esperti e dai volontari di Worldrise attraverso un percorso didattico che si articola in tre fasi.
Dalla raccolta della plastica a piccole opere d’arte
La prima prevede una lezione interattiva sull’inquinamento da plastica e su come, ognuno di noi, può fare la differenza. A seguire i bambini si armano di guanti e sacchi per lanciarsi nella pulizia di una spiaggia il cui esito lascia sempre sbigottiti, adulti compresi. Sono infatti migliaia i frammenti plastici che, in poco tempo, vengono raccolti. La terza e ultima fase lascia spazio alla creatività per dar vita ad opere d’arte, realizzate a partire dalla plastica raccolta. Opere che trasmettano l’importanza dell’impegno condiviso e delle piccole azioni quotidiane nella lotta a questa emergenza ambientale.
Lezioni interattive in attesa di tornare in classe e sulle spiagge
Impegno condiviso e piccole azioni quotidiane: è questo ciò che ci viene richiesto oggi. I nostri figli lo hanno già imparato e lo continueranno a fare tramite lezioni interattive. Finché non sarà possibile tornare in classe e sulle nostre spiagge.
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