Nome
Airone rosso (Ardea purpurea)
Descrizione
Rispetto ad altre specie della stessa famiglia, l’ Airone rosso si distingue anzitutto per il piumaggio. Importante ed elegante è il ciuffo di piume che scende dal becco fino al collo. Pesci e anfibi costituiscono la parte principale della sua dieta: quale tecnica di caccia, la specie sfrutta solitamente lunghi appostamenti sulla vegetazione prospiciente gli specchi d’acqua dove, peraltro, nel canneto più fitto, porta a termine il proprio ciclo riproduttivo.
Fenologia
Le popolazioni che nidificano in Europa sono migratrici di lungo raggio e svernano principalmente nell’Africa sub-sahariana a nord dell’Equatore, dal Senegal all’Africa orientale. Pochi soggetti svernano nel bacino del Mediterraneo, in Egitto e nella Penisola Arabica.
Habitat
Airone rosso abita zone umide con vegetazione erbacea igrofila alta e densa, in particolare canneti a Phragmites associati ad acqua dolce poco profonda, a medie latitudini. Talvolta occupa boscaglie di salici, tamerici e altri arbusti. Nidifica all’interno di canneti, preferibilmente su steli emergenti dall’acqua. Al di fuori del periodo riproduttivo frequenta anche rive di fiumi o laghi, coste, praterie.
Distribuzione
In Europa, la distribuzione dell’Airone rosso è prevalentemente concentrata nelle regioni centrali e meridionali. A livello nazionale, la specie è nidificante e migratrice, mentre l’Italia viene scelta solo occasionalmente quale quartiere di svernamento. La popolazione italiana comprende circa 600 coppie nidificanti concentrate in circa 40 siti, prevalentemente nell’area padana e nelle zone umide della costa nord-orientale.
Stato di conservazione
In passato la distruzione degli habitat di riproduzione e di alimentazione, nonché l’abbattimento diretto degli individui, hanno costituito una grave minaccia per la specie; una volta assicurata protezione alle garzaie, l’Airone rosso ha iniziato la fase di recupero demografico cui ancora stiamo assistendo. Attualmente, le principali minacce per la specie riguardano la fragilità di alcune colonie (in termini di disturbo e/o alterazione e distruzione degli habitat) e la sensibilità ai cambiamenti in agricoltura, e in particolare il possibile affermarsi di tecniche di coltivazione del riso non compatibili con le esigenze della specie. La popolazione italiana, dopo un marcato decremento negli anni 1970 e 1980, mostra segni di recupero. È stata rilevata una correlazione positiva tra consistenza delle popolazioni nidificanti e andamento delle precipitazioni piovose nelle aree di svernamento africane durante l’inverno precedente.
di Fabio Casale, Fondazione Lombardia per l’Ambiente
Supervisione scientifica: Giuseppe Bogliani, Università degli Studi di Pavia
tratto da:
Casale F., 2015. Atlante degli Uccelli del Parco Lombardo della Valle del Ticino.
Parco Lombardo della Valle del Ticino e Fondazione Lombardia per l’Ambiente.
Foto: Antonello Turri
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