All’ingresso della Riserva, un ponte supera una roggia. Qualche lastra di pietra riveste un breve tratto della sponda sinistra del corso d’acqua: un rinforzo in caso di eventuali piene? Forse.
Uno sterrato permette la visita: i cartelli ci avvisano che non si deve uscire dai sentieri, per rispetto verso un vero e proprio santuario. E lo sterrato ha molto probabilmente storia che rimonta a tempi remoti: testimoni alcuni manufatti (statue votive) di epoca celtica ritrovati qui. Il luogo era sacro per gli antichi: boschi e sorgenti, elementi di grande significato per popoli di latitudini più settentrionali.
E l’acqua domina il paesaggio qui al Guercio. L’orecchio si tende a cogliere il suono della Roggia citata. Di nome fa Borromeo: creata nel 1682, serviva per alimentare i Giardini di Palazzo Borromeo, giù a Cesano Maderno, una delle tante proprietà della famiglia lombarda.
Una piccola parete in roccia alla base del pendio sulla nostra sinistra. È umida: acqua vi gocciola sopra. È il segreto del luogo: una roccia porosa e ricca di fratture – per i geologi, e non solo, il Ceppo Lombardo –. Si comporta come una spugna: una volta satura, rilascia acqua. Facile intuire: lo stillicidio sulla parete ha nobiltà di sorgente. E altre sorgenti appaiono sul piano campagna, e fontanili.
Una pozza più grande è visibile sulla sinistra, dopo aver superato un ponticello in legno: è alimentata da un getto che esce direttamente dalla roccia. È questa la vera e propria Fontana del Guercio. Il nome, si dice, fa riferimento ad un proprietario di terreni, che abitava qui e che aveva sguardo sventurato. Niente vieta di pensare, altra tesi, che sia sottinteso un riferimento ad una divinità nordica privata della vista.
Acque limpide e ricche di vita, qui alla Fontana. Tra gli organismi di grande valore, la Rana di Lataste, un’esclusiva – ormai relegata in poche stazioni – dell’area padana e del Canton Ticino. E l’alneto: il termine indica il bosco di ontano, prezioso ecosistema sempre meno diffuso, e che garantisce alla Riserva rango di sito di interesse comunitario.
E la Roggia Borromeo? I più attenti noteranno che non parte da qui. Seguiamo la stradina, arriveremo in 10-15 minuti alla Testa del Nan: è un fontanile da cui parte la Roggia. La vasca che costituisce il punto di origine ha una estroflessione: è un ricovero per la barca, utilizzata nel passato per la manutenzione.
E le lastre di pietra viste all’inizio? Formavano un lavatoio, usato fino a qualche decennio fa. Arriverà poi lo sviluppo industriale e con esso la trasformazione del luogo in discarica (anni ‘60 e ’70) per latte di vernici e simili. A metà anni ’70, alcuni carughesi diedero vita a giornate di pulizia dell’area. Primi vagiti dell’odierno ambientalismo e primi passi fino alla creazione della Riserva, oggi luogo molto amato dagli autoctoni e non solo.
Come raggiungere la località
La Fontana del Guercio si raggiunge da via XXV aprile a Carugo. Dal parcheggio, posto in corrispondenza delle scuole, si cammina allontanandosi dal paese. Si passa sotto la Novedratese e in breve (qualche minuto) si arriva all’ingresso. Il sito è sempre visitabile: alcuni cartelli accompagnano l’escursionista durante la passeggiata. Facile ed agevole camminata. Unica raccomandazione: munirsi di scarpe adatte, spesso il terreno è un poco fangoso.
riproduzione consentita con link a originale e citazione fonte: rivistanatura.com