Il futuro del pesce spada nel Mediterraneo è a forte rischio: negli ultimi anni le catture sono diminuite del 50% ed esemplari troppo giovani – vale a dire di età inferiore ai tre anni – vengono catturati prima di essere riusciti a completare il proprio ciclo riproduttivo.
A lanciare l’allarme è il WWF, che ha chiesto all’ICCAT (International Commission for the Conservation of Atlantic Tunas) di agire in modo tempestivo per evitare di ripetere un caso analogo a quello del tonno rosso, specie che ha rischiato concretamente di scomparire dai nostri mari.
Stock ridotti al minimo
Il 70% dei pesci pescati sono animali troppo giovani che non hanno ancora compiuto il proprio ciclo riproduttivo. Per questo, la percentuale di sopravvivenza dello stock ittico è dell’88% più bassa del livello necessario affinché questa risorsa possa essere mantenuta vitale.
«Il pesce spada è una specie di grande valore per molti paesi del Mediterraneo – ha spiegato il WWF in una nota – . Le flotte europee sono responsabili del 75% della cattura totale, con Italia, Spagna e Grecia a farla da padrone. Per questo, rivolgiamo alla Commissione Europea – e ai Paesi Europei che praticano questo tipo di pesca – una richiesta al fine di ridurre in modo significativo la cattura di pesce spada in modo tale da consentire allo stock di ricostituirsi».
Le altre specie a rischio
A preoccupare è anche la situazione della verdesca e dello squalo mako, specie particolarmente vulnerabili alla pesca eccessiva. Il WWF ha chiesto che vengano potenziati i controlli rispetto alle normative già esistenti che obbligano i pescatori a sbarcare gli squali pescati interi e non privati delle pinne.
Inoltre, nonostante la situazione del tonno rosso sia generalmente migliorata, occorre non abbassare la guardia e restare cauti.
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