Le ossa di un cane domestico sono state rinvenute da un gruppo di archeologi in una delle più antiche tombe monumentali identificate ad AlUla, nel nord-ovest dell’Arabia Saudita, un’area di straordinaria ricchezza culturale e naturalistica ancora in gran parte inesplorata. Sono la prova evidente che già tra il 4.200 e il 4.000 a.C., con un margine di 1.000 anni rispetto a quanto precedentemente scoperto, gli abitanti della regione non solo avevano addomesticato questi animali, ma erano organizzati in società più complesse di quanto si credesse in precedenza.
Una scoperta rivoluzionaria
Gli scavi, commissionati dalla Royal Commission for AlUla (RCU), fanno parte di un progetto su più larga scala nella regione e mostrano che la tomba, il cui primo utilizzo risale al 4.300 a.C. circa, ha accolto sepolture per almeno 600 anni nel corso dell’era neolitico-calcolitica, segno che gli abitanti dell’epoca potrebbero aver avuto una memoria condivisa di persone, luoghi e dei collegamenti tra loro. “Quel tipo di memoria – riferisce Melissa Kennedy, Assistant Director del Progetto AlUla – è qualcosa di mai sentito in precedenza per quanto riguarda questo periodo storico in questa regione e quello che stiamo scoprendo rivoluzionerà il modo in cui intendiamo il Neolitico in Medio Oriente”. L’arte rupestre rinvenuta nell’area indica inoltre che gli abitanti del Neolitico usavano i cani per cacciare l’ibice, l’asino selvatico e altri animali.
I dettagli del ritrovamento
Il gruppo che lavora al Progetto, composto da studiosi sauditi e internazionali, ha concentrato i propri sforzi su due siti di sepoltura risalenti al V e IV millennio a.C. e posizionati fuori terra per avere la massima visibilità, fatto unico per quel periodo. In uno dei siti sono stati ritrovati 26 frammenti di ossa di un singolo cane – i cui segni di artrite suggeriscono che l’animale sia vissuto fino a tarda età – deposte a fianco dei resti di 11 umani: sei adulti, un adolescente e quattro bambini. Che si trattasse effettivamente di un cane è dimostrato dell’osso di una zampa anteriore dell’animale, la cui larghezza di 21mm è pari a quella di altri antichi cani mediorientali, mentre lo stesso osso appartenente ai lupi di quel tempo e di quel luogo aveva una larghezza compresa tra 24,7 e 26 mm.
Dalla ricerca alla divulgazione
I risultati della ricerca sono stati pubblicati sul Journal of Field Archaeology e lasciano presagire ulteriori affascinanti scoperte in futuro. Alcuni aspetti dell’intensa attività archeologica nella regione di AIUla saranno raccontati nel nuovo documentario “Gli Architetti del deserto”, che sarà trasmesso per la prima volta su Discovery Channel (canale 401 di Sky) domenica 4 aprile alle ore 21.00.
SEMPRE INFORMATI!
Per rimanere aggiornato su tutte le news sulla Natura, selezionate dalla nostra redazione, iscriviti alla newsletter di rivistanatura.com
Basta inserire l’indirizzo e-mail nell’apposito modulo qui sotto, accettare la Privacy Policy e cliccare sul bottone “Iscriviti”. Riceverai così sulla tua mail, due volte alla settimana, le migliori notizie di Natura! È gratis e ti puoi disiscrivere in qualsiasi momento, senza impegno
riproduzione consentita con link a originale e citazione fonte: rivistanatura.com