Quante volte guardando un fiume abbiamo pensato fosse dotato di vita propria? Il suo perpetuo incedere, la sua voce – cristallina nei torrenti, sorda nei grandi fiumi di pianura – e la sua forza, benevola ma anche distruttrice, ci portano a pensare che il fiume sia un essere vivente. E questa visione oggi viene rafforzata da un’affascinante scoperta: anche i fiumi respirano.
A svelare per la prima volta come i corsi d’acqua emettano anidride carbonica è stata una ricerca internazionale pubblicata sulla rivista Communications Eart & Envrionment alla quale hanno partecipato i ricercatori delle Università di Torino e del Piemonte Orientale.
Un’interazione di fattori
Dunque anche un fiume respira, cioè emette ciclicamente anidride carbonica, e lo fa secondo un modello complesso in cui interagiscono fattori climatici, latitudinali, ambientali ed ecologici.
La ricerca ha avuto quindi come obiettivo comprendere quanto respira un fiume e quali sono le dinamiche in atto.
«Un fiume, come ogni sistema ecologico, è molto più della somma dei suoi organismi e delle sue particolarità ambientali, e ha una funzionalità che deriva dalla interazione, e non dall’addizione, delle sue parti – spiega il Prof. Stefano Fenoglio, docente del Dipartimento di Scienze della Vita e Biologia dei Sistemi (DBIOS) dell’Università di Torino –. A ogni livello di complessità ecologica emergono proprietà interamente nuove, come la ‘capacità di respirare’ che non si possono neppure ipotizzare se osserviamo i singoli componenti del sistema».
Una fonte di anidride carbonica
«L’anidride carbonica segue un ciclo complesso, venendo scambiata in diverse forme tra organismi viventi e ambiente fisico ma nulla si sapeva del ruolo svolto dai fiumi in questo ambito – spiega Alberto Doretto, ricercatore del Dipartimento di Scienze e Innovazione Tecnologica (DISIT) di Vercelli dell’Università del Piemonte Orientale. – All’interno del progetto, ogni gruppo di ricerca è stato dotato di una camera flottante per la registrazione dell’anidride carbonica emessa dal fiume. La rilevazione avveniva con due modalità, con la camera ancorata oppure con la camera flottante, cioè trasportata dalla corrente lungo il fiume».
Tutti i fiumi respirano
Le analisi si sono protratte per un anno durante il corso delle diverse stagioni, sia di giorno, sia di notte, e hanno coinvolto contemporaneamente tutti i gruppi europei che hanno partecipato al progetto.
Dallo studio dell’ingente mole di dati raccolti, è risultato che tutti i fiumi emettono anidride carbonica, anche se con modalità e tempistiche differenti. I ricercatori hanno notato che l’emissione è mediamente superiore di notte rispetto alle ore diurne e che i fiumi che attraversano aree coltivate e antropizzate emettono maggiore CO2 rispetto a quelli che attraversano sistemi forestali. La produzione di anidride carbonica e la sua variazione nel tempo sono legate a vari fattori come la latitudine, la turbolenza dell’acqua, la stagione, l’ora del giorno e anche le caratteristiche ecologiche del sistema. Gli effetti della fotosintesi e della respirazione si integrano con le differenze di pressione parziale tra atmosfera ed idrosfera, la fotomineralizzazione e altri elementi, tracciando un quadro molto complesso.
Un progetto internazionale
Nel progetto EURORUN (Assessing CO2 Fluxes from European Running Waters) sono stati coinvolti 16 gruppi di 11 nazioni europee. Il team italiano era formato dal Prof. Stefano Fenoglio (Università di Torino) e dal Dott. Alberto Doretto (Università del Piemonte Orientale). Entrambi lavorano anche presso il Centro per lo Studio dei Fiumi Alpini (ALPSTREAM), nato nel 2019 ad Ostana (CN) dalla sinergia tra Parco del Monviso, UNITO, UPO e POLITO. Il Centro promuove una maggiore sostenibilità ambientale, con particolare attenzione ai fiumi alpini e alle risorse idriche, ponendosi anche come struttura di riferimento scientifico e didattico all’interno del consorzio UNITA (Universitas Montium).
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