I crescenti livelli di anidride carbonica presente nei mari sono una minaccia alle capacità di spostamento dei pesci.
Secondo lo studio, condotto dall’Università australiana del Nuovo Galles del Sud e pubblicato sulla rivista scientifica Nature, le emissioni di anidride carbonica potrebbero provocare nei banchi di pesci estesi fenomeni di ipercapnia, vale a dire la presenza di anidride carbonica nel sangue con tassi superiori alla norma.
Il fenomeno, che si è cominciato a studiare solo di recente, porterebbe con sé pesanti ripercussioni: l’alto tasso di CO2 farebbe perdere lucidità ai pesci, che diventerebbero così incapaci di seguire le traiettorie migratorie.
Si innescherebbe dunque un effetto domino con pesanti ripercussioni su tutto l’ecosistema marino. Il rischio, secondo lo studio, è che i pesci non saprebbero più orientarsi e, quindi, difendersi dai propri predatori. Ma si corre anche il rischio inverso: “ubriachi” di CO2, i pesci faticherebbero a trovare di che nutrirsi.
Si tratta di uno scenario molto più prossimo di quanto si possa credere: secondo lo studio, infatti, nei prossimi 50 anni il fenomeno potrebbe interessare oltre la metà dei mari del Pianeta.
Studio australiano