Quando ascoltiamo la musica, ci lasciamo trasportare dalle emozioni e il nostro pensiero corre all’artista che l’ha composta o al gruppo che l’ha eseguita. E se, oltre ad avere una playlist sullo smartphone, vi dicessi che ne abbiamo una anche nel nostro corpo?
Quella che noi chiamiamo musica, dal punto di vista della fisica quantistica è un’oscillazione spazio-temporale che si propaga per mezzo della lunghezza d’onda. La relazione che si crea tra le varie frequenze genera quel risultato che noi definiamo musica.
La musicoterapia tiene conto di questi aspetti di fisica quantistica e studia i suoni e le vibrazioni che possono ristabilire l’equilibrio delle frequenze dei campi magnetici vibrazionali del corpo umano. Sulla base di queste teorie, anche la scienza medica e biologica studia i suoni e la musica che deriva dalle nostre cellule.
Per quanto possa sembrare strano o incredibile, anche il Covid-19 ha un suono o meglio le proteine che lo compongono emettono una vibrazione che i ricercatori del MIT (Massachussets Institute of Technology) hanno espresso in termini musicali, conferendo a ciascun movimento vibratorio un suono strumentale corrispondente.
Non è la prima volta che gli scienziati utilizzano il suono per studiare le proteine
Alcuni esperimenti hanno dimostrato che gli studenti a cui venivano resi udibili i suoni di varie proteine, nel 73% dei casi ne riuscivano a intuire la struttura terziaria, ovvero la forma. Questo è possibile perché il nostro cervello attiva processi percettivi in varie aree celebrali.
Ed è l’aspetto uditorio, infatti, che ci permette di cogliere molte più variabili insieme, come succede ascoltando un brano musicale. Le variazioni sonore unite all’aspetto visivo possono evidenziare un processo di alterazione dell’organismo, una malattia.
Questi studi molto recenti trovano un corrispettivo in un’intuizione nell’antichità, quando la musica faceva parte del Quadrivium, ossia l’ordinamento didattico delle quattro arti matematiche: aritmetica, geometria, astronomia e musica. Già con Pitagora si ricercavano i collegamenti tra di loro.
Le vibrazioni della natura sono così forti, espressive e coinvolgenti che, essendo intorno a noi insieme alla musica, ci permettono una fusione emozionale con l’Universo.
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